Se il Covid ferma il turismo, l’effetto trascinamento travolge anche gli artigiani. Accade in tutta Italia e nei distretti produttivi delle città d’arte in particolare.
E cosi a Firenze ieri le imprese dell’artigianato hanno manifestato sotto lo striscione della CNA, per richiedere attenzione e sostegno dell’opinione pubblica, delle autorità locali e dei Governo Draghi, nella piazza Ciompi che nell’epoca pre-Covid era solita ospitare mercatini di artigianato artistico.
Solo in Toscana l’artigianato artistico conta 20mila imprese (circa 5mila solo nella Città Metropolitana di Firenze) e 107mila addetti, attivi in 13 settori produttivi diversi dalla ceramica all’oreficeria, dalla falegnameria ai designer passando per argentieri, bronzisti, mosaicisti, restauratori, vetrai, pellettieri, sarti.
RISTORI AGLI ARTIGIANI E RIAPERTURA FIERE
“A differenza di altri operatori economici dai ristoranti ai bar e passando per le guide turistiche, le imprese artigianali non hanno beneficiato di alcuno dei contributi nazionali della ‘saga Ristori’, né di alcun sostegno proveniente dalla Regione Toscana che, giova ricordarlo, ha competenza legislativa e amministrativa residuale esclusiva in materia di artigianato” ha spiegato Giacomo Cioni, presidente di Cna Firenze Metropolitana.
Chiedono ristori adeguati quindi, ma anche “la riapertura immediata delle fiere locali dell’artigianato organizzate dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative, sulla scorta di quanto già attuato in altre grandi città d’arte italiane, così come deciso, un esempio su tutti, dal Comune di Roma”.
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