Lo aveva accennato alcuni giorni fa il Ministro della Salute Roberto Speranza intervenendo al Senato per riferire circa le nuove misure di contrasto all’epidemia (dal 6 marzo al 6 aprile) e anticipando le linee guida del prossimo decreto Covid che sarà varato probabilmente oggi:
“C’è tutto l’impegno del Governo a promuovere congrui ristori per quelle attività economiche ed imprenditoriali che stanno pagando a caro prezzo le misure di contenimento e di mitigazione, questo – a mio avviso – deve vale per le ordinanze nazionali da me firmate settimanalmente che da ora in avanti andranno in vigore a partire dal lunedì, come per quelle sub-regionali assunte sotto la responsabilità degli amministratori territoriali”.
Dunque ristori e bonus nazionali andranno anche alle categorie colpite dalle chiusure se tali scelte sono stabilite anche a livello locale (regionali, comunale). La conferma arriva da Ansa.it secondo cui ci sarebbe, da parte del Governo, un’apertura a questa soluzione: “ristori nazionali per le attività che si trovano nelle zone rosse decise a livello locale per limitare i contagi Covid è il provvedimento che potrebbe essere inserito nel prossimo Dpcm”.
“A sollecitare il provvedimento – prosegue l’Agenzia di stampa – era stata nei giorni scorsi la Regione Umbria con una lettera al Governo della presidente Donatella Tesei. Poi, seguita dalle altre, nella Conferenza Stato-Regioni. Tra le misure che si profilano, la didattica a distanza per tutte le scuole nelle regioni ‘rosse’ e anche nei territori (provincie o comuni) ad alta incidenza di contagi (250 casi su 100 mila abitanti)”, vale a dire per l’arancione “rinforzato” dalle misure sulla scuola.
Si tratta, per ora, di una ipotesi – anche se, con l’annuncio del Ministro Speranza, può essere definita “molto accreditata” – che fino ad oggi non ha trovato conferma testo della bozza del Dpcm. Ne sapremo molto di più nelle prossime ore, quando sarà approvato il testo definitivo.
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