Roma, 2 marzo 2021 – In un’intervista di Diodato Pirone su Il Messaggero.it il Segretario nazionale della Fim Cisl Ferdinando Uliano parla del futuro di Stellantis, il gruppo di automotive nato dalla fusione di Fca e il gruppo francese Psa, in particolare si fa il punto rispetto alla visita di CarloTavares negli stabilimenti torinesi di Stellantis, la scorsa settimana, in cui il nuovo ceo avrebbe detto che i costi degli stabilimenti torinesi sono più alti delle altre fabbriche d’auto in Europa.
Il Segretario Fim precisa: il “ceo di Stellantis ha detto che i salari italiani sono più bassi ma alcuni costi delle fabbriche sono più alti” – una situazione da cui si esce solo aumentando volumi e nuovi modelli – secondo Uliano – che rilancia: “Tavares assegni nuovi modelli alle fabbriche italiane, come del resto il piano di investimenti da 5 miliardi di FCA prevede, e non se ne pentirà.
E’ ovvio – dice – “che se uno stabilimento lavora al 15/20% delle sua capacità, come purtroppo sta accadendo a Cassino, i costi fissi esplodono”
Rispetto a Mirafiori e Grugliasco – rilancia il Segretario Fim Uliano – “ci auguriamo che presto si saturino gli stabilimenti. Marchionne prevedeva di produrre 75.000 Maserati all’anno, ora con l’aggiunta della forza e della rete commerciale ex-Psa e con nuovi modelli si potrebbe puntare più in alto”.
Per il Segretario della Fim la fusione non mette a rischio la tenuta degli stabilimenti italiani e sulla presenza o meno dello Stato nella compagine societaria – dice – “non credo che se lo Stato italiano entrasse in Stellantis i lavoratori e gli impianti italiani sarebbero più tutelati”. “Si difende il settore automotive se si rende conveniente fare industria nel nostro Paese” – dice – “Il punto è come lo Stato nei prossimi anni accompagnerà lo sviluppo dell’auto italiana e della componentistica, che è molto forte ma dispersa in oltre 2.000 aziende”. Per Uliano “sarebbe essenziale che il governo operasse sapendo quali provvedimenti possono essere utili per sostenere le nostre fabbriche e i lavoratori nella loro evoluzione. Mi chiedo per esempio cosa si potrebbe fare per aiutare le aziende che già producono per l’ibrido o l’elettrico a formare figure professionali adeguate”. Sul tema della partecipazione del sindacato all’interno del cda del nuovo gruppo – conclude il Segretario Fim Cisl : noi siamo pronti, FCA meno visto la scelta di indicare unilateralmente un rappresentante dei dipendenti. E’ una pagina nuova che scriveremo assieme ai lavoratori non solo italiani, non appena definiremo i criteri di scelta per il prossimo Cda.
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Fonte: cisl.it