Dopo il Dpcm arriva la stretta e controlli nei week-end su bar e locali: il provvedimento

Da oggi entra in vigore il Dpcm Pasqua che sarà in vigore fino al 6 aprile e il Ministero dell’Interno è intervenuto con una nuova circolare “anti-movida” che guarda con attenzione al pubblico di bar, ristoranti e locali pubblici in genere.

La circolare annuncia maggiori controlli nelle zone della movida nei giorni festivi e prefestivianche a seguito di recenti episodi di assembramento verificatisi in alcuni grandi capoluoghi nell’imminenza del ‘passaggio’ a una zona caratterizzata da misure più restrittive”. Saranno predisposti “servizi di controllo mirati“, si legge, in collaborazione con le polizie locali “nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della movida, sia in circostanze analoghe a quelle surricordate come anche nei giorni festivi e prefestivi”.

Nella circolare del Viminale si raccomanda alle forze di polizia e controllo “particolare attenzione” alle areeinteressate da provvedimenti più restrittivi, adottati dalle autorità regionali o comunali per effetto dell’aggravamento del quadro epidemiologico“. Il riferimento è chiaramente a quei territori per i quali è annunciato il passaggio in zona rossa o arancione per effetto di ordinanze (nazionali e locali), per i quali si teme un picco della movida nei giorni che precedono l’ingresso nella nuova fascia. Il messaggio del Viminale è: se il lunedì si entra in zona arancione o rossa la domenica non deve essere motivo per esagerare con incontri e assembramenti che possono portare alla violazione delle regole.

I controlli, si legge, “dovranno principalmente riguardare le vie di accesso e di uscita dai territori oggetti dei sopra cennati provvedimenti“.

SPOSTAMENTI FUORI REGIONE CONSENTITI PER MANIFESTAZIONI

Il documento, inoltre, spiega che sarà possibile spostarsi tra regioni per raggiungere manifestazioni (ad esempio quelle politiche o sindacali) che si svolgono in un’unica città, ad esempio nella Capitale o capoluoghi, “fermo restando – si legge ancora – il ricorso all’autodichiarazione“. 

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