Non è passata neanche una settimana dall’entrata in vigore del primo Dpcm del neo premier Mario Draghi (6 marzo) che già gli scienziati e gli esperti del Cts chiedono al governo di mettere in campo nuove restrizioni. Preoccupa infatti l’aumento dei positivi giorno dopo giorno, dovuto in parte alla velocità di contagio della variante inglese del virus, ormai più che diffusa nel nostro Paese. Da qui l’ipotesi di rivedere il Dpcm e di introdurre chiusure e limitazioni agli spostamenti.
Fa sapere Il Corriere della Sera, in edicola oggi, che “oggi si riunirà la «cabina di regia» e saranno messi a punto i dettagli. Prevale l’idea di procedere subito alla correzione del Dpcm in modo che le nuove regole entrino in vigore il prossimo fine settimana, il 13 e il 14 marzo. Ma bisognerà decidere se impedire gli spostamenti delle persone come avviene in fascia rossa – ad eccezione di quelli per lavoro, salute e urgenza – oppure lasciare maggiore libertà di movimento, come era accaduto durante le festività natalizie, quando si era optato per la fascia arancione che impedisce di uscire dal proprio Comune ma consente di uscire di casa dalle 5 alle 22″.
Un’altra misura che il governo sembra voler varare riguarda la chiusura di bar e ristoranti nel fine settimana anche in zona gialla, permettendo solo l’asporto fino alle 18 per i bar e la consegna a domicilio. Si tratterebbe, di fatto, di una fascia “giallo rafforzato“.
Bisognerà dunque attendere la fine della giornata per scoprire se queste ipotesi diventeranno realtà, la cosa quasi certa è che comunque resteranno in vigore fino al 6 aprile, data di scadenza dell’attuale Dpcm, Pasqua compresa.
erica.zamo@tuttolavoro24.it
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