Ristori per tutti, il Decreto Sostegni non farà più distinzioni: i dettagli

Tra le varie novità annunciate il Decreto Sostegni dovrebbe prevedere nuovi criteri per corrispondere i ristori, mettendo a disposizione 12 miliardi di euro per aiutare circa 2,8 milioni tra imprese, partite Iva e professionisti. Si tratta di contributi a fondo perduto che pur non essendo in grado di risarcire a pieno le perdite subite da aziende e partite IVA, risultano comunque più consistenti rispetto a quelli previsto dai Decreti Ristori del governo Conte.

Il quotidiano La Stampa in edicola oggi illustra le novità previste dal Decreto Sostegni in termini di ristori:

I nuovi indennizzi verranno corrisposti non più in base ai codici Ateco che classificano le varie attività ma in base al calo del giro d’affari. Verrebbe preso in considerazione il fatturato medio mensile del 2020 rispetto a quello del 2019 consentendo l’accesso ai contributi a tutte le attività che hanno subito una perdita superiore al 33% di fatturato. Rispetto al passato i benefici andranno a imprese che arrivano sino a 10 milioni di euro di fatturato (anziché 5), in modo da comprendere la gran parte degli alberghi e delle attività turistiche. Previste fasce differenziate di indennizzi in modo da tutelare le imprese più piccole. Nei giorni scorsi si era parlato di fissare a mille euro per le persone fisiche (2mila per gli altri soggetti) il contributo minimo ed a 150 mila quello massimo“.

Secondo quanto riportato dal quotidiano torinese, nel Decreto Sostegni il contributo a fondo perduto che sarà previsto non distinguerà più in base ai codici Ateco – dunque ai codici che classificano le attività economiche – utili per individuare i settori chiusi per legge o meno, ma prenderà in considerazione il fatturato medio mensile del 2020 rispetto al 2019 per tenere conto delle perdite subite a causa del Covid.

Inoltre, i ristori previsti dal nuovo decreto dovrebbero risultare più inclusivi – così da comprendere anche alberghi e attività turistiche – ma saranno calibrati e differenziati in modo tale da garantire una maggiore tutela alle imprese più piccole.

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