Scuola, l’Italia contro la DaD: “riapertura non oltre questa data”

Scuola in presenza e stop alla Didattica a distanza (cosiddetta DaD). E’ questo il senso della giorna di protesta di ieri, organizzata dal comitato “Scuole in presenza”, e che ha visto protagoniste gran parte delle città d’Italia, con genitori, figli, ma anche insegnanti e personale scolastico, che con cartelli contro la Didattica a distanza e per il ritorno immediato della scuola in presenza sono scesi nelle principali piazze italiane. Da Piazza del Popolo a Roma a Piazza dell’Unità d’Italia a Trieste, passando per Piazza Duomo a Milano.

A fare la sintesi del messaggio mandato al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è il Corriere della Sera in edicola oggi:

“Si è celebrata così, con manifestazioni in 34 città, la prima giornata no Dad in Italia. A protestare contro la didattica a distanza sono stati insegnanti, genitori, alunni, associazioni, in ordine sparso e più o meno organizzati sotto l’egida della Rete nazionale delle scuole in presenza, ma con un obiettivo unico: chiedere la ripresa delle lezioni in presenza. Non tollereremo che si rimandi l’apertura oltre l’8 aprile nè che la didattica a distanza venga adottata come soluzione a lungo termine, è il messaggio. A pesare sulle spalle di chi ieri innalzava i cartelli c’è un intero anno di pandemia”.

Insomma le famiglie non ci stanno ad essere etichettate sempre come i nuovi untori sui quali puntare il dito e sui quali dover scaricare tutto il peso della crisi pandemica con rinunce, criticità, danni economici oltre che psichici. Al pari di quanto accaduto ai ristoratori, bar e palestre, cinema, e altre attività economiche chiuse da mesi e che pagano responsabilità non loro, ma di un sistema politico che non è stato in grado di invertire la tendenza delle restrizioni ad un anno esatto dal primo lockdown.

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