Teatri, cinema, laboratori, sale concerto e spazio culturali chiusi. Gli operatori dello spettacolo si incontrano in piazza per l’ennesima volta (ieri e oggi), dopo una serrata lunga un anno, per chiedere al Governo maggiore attenzione su indennizzi e programma delle riaperture per un settore che nei fatti, insieme al turismo, è quello che più di tutti il porta sulle proprie spalle il peso dei lockdown, zone rosse e arancioni e più in generale delle misure anti-pandemiche.
Nella giornata di ieri hanno partecipato alla manifestazione romana di piazza Barberini attori, attrici, circensi, lavoratori dello spettacolo che gridano no alla “Falsa ripartenza”. Presenti anche alcuni riders, impegnati anch’essi nel corso della stessa giornata in una serie di proteste per il miglioramento della propria condizione lavorativa.
MOTIVAZIONI DELLA MANIFESTAZIONE
Gli obiettivi e le rivendicazioni dei manifestanti sono stati riepilogati in un documento diramato da RISP – Rete Inter Sindacale Professionale -, una delle organizzazioni sindacali che ha promosso quest’azione di protesta.
Nel documento si ricorda che le restrizioni imposte dal Governo – ancora vigenti fino al 6 aprile, ma il futuro sembra ancora essere segnato in negativo – hanno condotto alla chiusura di cinema e teatri e alla sospensione di eventi culturali e concerti. L’approccio del nuovo Esecutivo Draghi, poi, continua a non soddisfare le centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore, che considerano insufficienti le “misure tampone” adottate – come i “bonus una tantum” – e scrivono:
“Ribadiamo la necessità della tempestiva convocazione di un Tavolo Interministeriale Permanente che coinvolga lavoratori e lavoratrici del settore spettacolo e cultura, al quale siedano Ministero del Lavoro, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ministero della Cultura”.
Il messaggio al Governo guidato da Mario Draghi è chiaro: il “Tavolo permanente congiunto Cinema e Spettacolo” costituito e presieduto dal solo Ministero dei Beni Culturali non basta. Ci vuole una confronto allargato ai Ministeri più propriamente “economici”.
RIVENDICAZIONI DEGLI OPERATORI DELLO SPETTACOLO
In estrema sintesi chiedono che le istituzioni competenti prendano in carico le seguenti richieste, elencate nel documento:
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