Alitalia, dipendenti ancora senza stipendio, domani presidio al Mise. Zeni: “Bruxelles persegue dissoluzione compagnia”

Nuova mobilitazione dei dipendenti di Alitalia che domani mattina si ritroveranno davanti al Ministero dello Sviluppo economico in un presidio organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo. Al momento i dipendenti della compagnia non hanno ancora ricevuto gli stipendi di marzo che abitualmente vengono accreditati il 27 del mese. In assenza di risposte sui piani per il rilancio della compagnia e sulle retribuzioni la mobilitazioni continuerà ad oltranza. Mercoledì è in agenda una riunione con i commissari Alitalia.

Venerdì scorso la Commissione Ue ha dato via libera ad una nuova tranche di aiuti da 24 milioni di euro, meno della metà rispetto ai 55 milioni chiesti dal governo nell’ambito degli aiuti per il Covid. I soldi li paga lo stato italiano ma Bruxelles deve autorizzarli, alla luce della compatibilità con le regole sugli aiuti pubblici. Sta di fatto che i milioni autorizzati da Bruxelles bastano appena per gli stipendi di un mese e per saldare qualche conto con i fornitori. Il rischio che si debbano fermare gli aerei esiste. La Commissione Ue chiede discontinuità rispetto al passato. Una formula che si traduce in una forte riduzione della flotta, dimezzamento e oltre del personale, cessione di alcuni slot, nuovo logo, almeno nella fase iniziale. Secondo alcune ricostruzioni di stampa sarebbe in atto una forte azione di lobby sulla commissaria Ue Margrethe Vestager Commissione da parte di compagnie low cost come Easyjet e Ryanair che avrebbero messo gli occhi sugli slot (i diritti di arrivo e partenza negli aeroporti) di Alitalia.

Sull’atteggiamento di Bruxelles è intervenuto oggi il direttore generale di Alitalia Giancarlo Zeni che ha affermato: “Trovo questo approccio di ricerca della discontinuità una ricerca di dissoluzione di Alitalia. Quando sono arrivato qui avevamo 113 aerei, non conosco nessuna norma che dica che la discesa da 113 a 93 aere non soddisfi un requisito di discontinuità”. Zeni rimarca poi come in questa fase sia “impossibile operare questa attività, che è diventata quasi un servizio pubblico essenziale, senza dei ristori. E su questo devo dire che Alitalia ha superato quest’anno ricevendo un aiuto tra i più bassi in Europa – ha aggiunto il direttore generale – ha ricevuto ristori per 9 euro per posto offerto, mentre altri concorrenti europei ne hanno ricevuti 88 euro a posto offerto”.

Zeni ha poi fornito alcune cifre sullo stato della compagnia che nel 2020 ha fronteggiato un crollo dei voli del90% e una flessione dei ricavi di oltre 2 miliardi. “Questa azienda dal 2017 al 2019 ha ricevuto 1,3 miliardi di finanziamenti pubblici. Di questi i questi ha già restituito la metà, 645 milioni, pagando imposte e tasse-Inoltre ha versato un indotto di prossimità di oltre 3 miliardi, circa 1,3 di pagamenti agli aeroporti, più di 330 milioni all’ente del traffico aereo, oltre 1 miliardo di retribuzione nette ai dipendenti. E oltre ad aver fatto affluire nelle casse dei fornitori nazionali oltre 2,6 miliardi, ha generato un indotto indiretto di 19 miliardi. Quindi – ha concluso Zeni – ho visto soldi pubblici spesi molto peggio di questo 1,3 mld per tutto quello che ha innescato: ogni euro ne ha innescati 20″.

Mentre Alitalia combatte la sua battaglia (anche) con Bruxelles. Sembra invece essere a un passo l’intesa tra Commissione e Parigi sul piano di salvataggio di Air France. Lo ha detto stamane il ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, spiegando che i negoziati con la Commissione Ue “stanno per concludersi”. “E’ questione di giorni, ormai il tempo stringe”, ha aggiunto il ministro, senza rivelare informazioni precise circa l’importo che lo Stato verserà alla compagnia, di cui detiene il 14%. Tra le misure chieste dall’Ue, vi era la cessione di alcuni slot nell’hub parigino

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Fonte: ilfattoquotidiano.it