Ristoranti possono aspettare, La Stampa: per Draghi la priorità è la Scuola

Già da qualche giorno è emersa l’ipotesi, più volte confermata da fonti ufficiali, che l’Italia intera si dividerà tra zone rosse o arancioni anche per tutto il mese di aprile. Sono soprattutto il premier Mario Draghi e il Ministro della Salute Roberto Speranza a volere procedere con i piedi di piombo per evitare che un allentamento delle misure porti ad una nuova impennata di contagi. Non sono d’accordo gli esponenti del centrodestra, primo fra tutti il leghista Matteo Salvini, supportato poi dai governatori Zaia, Fedriga e Fontana, che reputano impensabile tenere chiusa l’Italia ancora per un mese.

Questi ultimi chiedono, infatti, un ritorno almeno alla zona gialla laddove i casi lo consentano e la rivalutazione del parametro dei 250 casi ogni 100mila abitanti, che fa scattare automaticamente la zona rossa, poiché senza un numero minimo di tamponi rischia di disincentivare l’uso degli stessi.

Ma il presidente Draghi ha le idee chiare su come procedere, o almeno così sembra. A sottolinearlo è il quotidiano La Stampa, in edicola oggi, che così scrive:

Mario Draghi dice no a fughe in avanti e al ripristino delle zone gialle. Le restrizioni restano quelle decise. «Se nel corso del mese di aprile le cose andranno meglio del previsto, valuteremo». Con un’avvertenza: se un margine per allentare le misure contro il Covid ci sarà, verrà speso ancora una volta per la scuola. Il premier, dopo aver imposto la riapertura delle aule fino ai dieci anni, vuole rimandare prima possibile in presenza anche gli studenti delle secondarie”.

Dunque, se dovesse esserci uno spiraglio di riapertura, questo riguarderà prima le scuole medie e superiori e solo dopo attività come bar, ristoranti e centri sportivi, chiusi ormai da tempo.

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