E’ notizia di oggi. L’Agenzia europea dei medicinali – Ema nella giornata di giovedì si pronuncerà sull’eventuale correlazione tra il vaccino ed i rarissimi eventi trombotici segnalati in vari Paesi (che in alcuni casi hanno portato anche alla morte). Il dubbio che sta affliggendo gli esperti in questi giorni è che il vaccino AstraZeneca causi un aumento della frequenza di tromboembolia, in particolare su soggetti con alcune caratteristiche che al momento non sono state rese note, almeno ufficialmente.
La questione è al vaglio anche del Governo italiano che secondo fonti Ansa, nella giornata di oggi farà un ulteriore approfondimento tra i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco – Aifa e Ministero della Salute. Ordine del giorno? “Eventuali ulteriori indicazioni sull’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca”, così scrive l’agenzia di stampa.
Ma al di là di tutto sembra che dopo la scelta dell’Agenzia britannica del farmaco Mhra, anche il Governo italiano si stia orientando per una selezione più ragionata dei soggetti da inoculare.
Lo conferma anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri parlando a Radio 24:
“E’ possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca”. “Non vi è ombra di dubbio – ha poi aggiunto Sileri per rassicurare gli italiani – che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo“.
Lo ha affermato a Radio 24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, precisando tuttavia che “questo è successo anche per tanti altri famaci” e che nel caso di AstraZeneca il vaccino è stato utilizzato “in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi”.
Ma quali sono le categorie che secondo le prime indagini correrebbero il maggior rischio di trombosi? Al momento non c’è alcuna risposta a questo interrogativo ma è possibile tracciare un ‘identikit’.
Secondo quanto riporta Ansa.it da fonti inglesi di Channel 4 sarebbero giovani: “Due fonti ci hanno riferito che, sebbene i dati non siano ancora chiari, ci sono crescenti argomentazioni che giustificherebbero offrire alle fasce di età più giovane, under30 almeno, un vaccino differente”.
Sulle pagine de Il Giornale si apprende qualche informazione in più. “I maggiori casi di trombosi gravi si sono verificati in giovani soggetti di sesso femminile, si tratta di una casistica che non va sottovalutata ed è ‘bene che si analizzino tutti i dati disponibili su possibili eventi avversi in giovani donne, a protezione della salute pubblica'”.
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