Al pressing della Lega dei giorni scorsi si è aggiunto quello dei governatori delle Regioni che vogliono un ‘tagliando’ del Decreto Covid appena varato e che entra in vigore il 7 aprile. Obiettivo numero uno: procedere alle riaperture delle attività, a partire da bar e ristoranti, già dal 20 aprile almeno nei territori dove la situazione sanitaria è in via di miglioramento.
Ma per far ciò occorre che il piano vaccinale, già protagonista ‘in negativo’ di diversi rallentamenti, prosegua ad un ritmo adeguato. Lo sottolinea il manifesto in edicola oggi:
“per pianificare le riaperture è necessario spingere sulle vaccinazioni. Ieri alle 15 erano 11.156.326 le dosi somministrate, il 78,9% della fornitura pari a 14.136.480 dosi (8.709.480 Pfizer Biontech; 1.328.200 Moderna; 4.098.800 Astrazeneca). Il piano originario prevedeva uno stock di 28 milioni di dosi, poi sono arrivati i tagli (Astrazeneca ha consegnato un quarto di quanto stabilito) e la stima è stata rivista a 15,69 entro il 31 marzo, soglia non raggiunta. L’accelerata annunciata ad aprile potrebbe slittare a maggio. «Abbiamo ricevuto – ha spiegato il sottosegretario alla Difesa, Mulè – 2,8 milioni di dosi nel weekend di Pasqua. Il cambio di passo ci sarà nel secondo trimestre per arrivare a 500mila vaccinazioni al giorno». Entro il 30 giugno si attendono 52,48 milioni di dosi: il totale comprende anche 7,31 milioni di dosi Curevac che però non ha ancora l’autorizzazione dell’Ema e 7,31 di Johnson & Johnson, che l’autorizzazione ce l’ha ma inizia adesso a fornire i sieri”.
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