Moda in crisi, Il Sole 24 Ore: imprese chiedono 2 miliardi per rilancio, ancora Cig Covid e licenziamenti

Cosa fare per la filiera della Moda? Cosa fare per risollevare un settore che ha chiuso il 2020 con perdite medie di oltre il 25% e che ha subito un calo dell’export su Tessile, Abbigliamento, Pelli del 19,5% (dati Istat)?

Prova a dare una risposta Marino Vago, presidente di Sistema Moda Italia (Smi, aderente a Confindustria) nel corso di un’intervista condotta con Giulia Crivelli per Il Sole 24 Ore in edicola oggi che annuncia l’elaborazione di un dossier sulla filiera. Si tratta di un documento, dal nome “Percorso per il rilancio della filiera italiana del tessile-abbigliamento“, che è già stato sottoposto al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e nelle prossime settimane sarà visionato anche dal Mef e dai ministeri del Lavoro, della Ricerca e della Transizione ecologica.

Interrogato da Giulia Crivelli su cosa chieda nell’immediato Smi al Mise e al Governo, Vago ha risposto:

“La priorità è mettere in sicurezza le Pmi, che nella filiera sono la maggioranza. Parliamo di aziende con fatturati intorno ai 10 milioni che hanno affrontato il lockdown produttivo dello scorso anno e poi il crollo della domanda delle aziende a valle, causate dalle chiusure dei negozi. A soffrire è stata soprattutto l’Europa, che avrà anche la ripresa più lenta. Se queste imprese lasciano a casa le persone, le competenze vanno perse per sempre. Le grandi aziende, oltre ad avere le spalle larghe, non devono essere altrettanto drastiche per sopravvivere, le piccole sì. Abbiamo calcolato che questa fase di emergenza si supera con due miliardi, da destinare al prolungamento per tutto il 2021 della cassa Covid e di scivoli per l’uscita che aiutino la necessaria ristrutturazione”.

La priorità delle politiche a sostegno del settore tessile-moda, dunque, è quella di occuparsi innanzitutto delle piccole e medie imprese – che hanno sofferto maggiormente della crisi – con due miliardi da destinare anche al prolungamento della cassa Covid per tutto il 2021 (oltre il termine del 30 giugno attualmente previsto dal Decreto Sostegni). Il piano di Smi, tuttavia, non è volto unicamente ad arginare l’emergenza, ma si tratta di un progetto a lungo termine, circolare, con investimenti strategici nel campo della digitalizzazione, della formazione professionale e della promozione all’estero, per attuare il quale è anche necessario passare per ristrutturazioni aziendali, che significa licenziamenti.

Inoltre, Vago ha individuato un altro settore collaterale alla filiera della moda, vale a dire lo smaltimento dei rifiuti tessili, che potrebbe rivelarsi fonte di guadagno e al tempo stesso generare posti di lavoro, ragione in più per investire nel piano proposto:

La filiera [della moda, ndr] è impegnata nella sostenibilità ambientale e nella ricerca tecnologica da anni, mi arrabbio con chi presenta il tessile come settore maturo. Dal 1° gennaio 2022 sarà obbligatorio lo smaltimento dei rifiuti tessili ed è un processo tutto da organizzare:lo Stato può investire in hub per il riciclo tessile, che avranno bisogno di nuove professionalità e che genereranno fatturato, dimostrando che l’economia circolare conviene a tutti, non solo a chi vuole salvare l’ambiente”.

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