Air Italy, che una settimana fa ha deciso di avviare le procedure di licenziamento per quasi 1400 lavoratori, ha fatto ora sapere di essere “indisponibile a prorogare la cassa integrazione per i dipendenti”. I sindacati chiedono che intervengano il governo e le Regioni Sardegna e Lombardia. Intanto i lavoratori della società in liquidazione sono pronti ad aderire in massa alla manifestazione del comparto, in programma a Roma il 14 aprile.
I rappresentanti dell’ex Meridiana mercoledì hanno annunciato che entro l’estate gli ultimi due Boeing 737 Max verranno messi fuori flotta e sarà formalmente chiesta la cancellazione del Certificato di operatore aereo. “È inammissibile che 1.350 famiglie vengano private del sostegno al reddito messo a disposizione dallo Stato a causa della totale indisponibilità di chi ha provocato uno dei più grossi disastri industriali del nostro Paese”, commenta Marco Bardini, segretario regionale dell’Anpav. “La trattativa prosegua alla presenza dei liquidatori, dei rappresentanti delle Regioni Sardegna e Lombardia e del governo. Abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti“.
Per Elisabetta Manca della Uiltrasporti Nord Sardegna “è necessario continuare a garantire il reddito dei dipendenti anche dopo il 30 giugno e lavorare per costruire un progetto industriale capace di garantire loro nuove prospettive”. Anche Nicola Contini di Ugl Trasporto Aereo chiede che “si costruisca un percorso che porti alla proroga della Cig”. Sergio Prontu della Filt-Cgil Gallura sollecita l’avvio della Cig in deroga “almeno sino al 31 dicembre”. Nel frattempo “si valuti la costituzione di un vettore dentro il processo di rilancio di una compagnia di bandiera che unifichi le vertenze Alitalia e Air Italy”. Per l’Usb è assurdo che “l’azienda valuti inappropriata la proposta sindacale di un eventuale utilizzo della cig in deroga”.
L’articolo Air Italy, la società in liquidazione avvia il licenziamento di 1.400 lavoratori e non intende prorogare la cassa integrazione proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Fonte: ilfattoquotidiano.it