Protocollo Sicurezza anti-Covid, Il Sole 24 Ore: novità su smart working e rientro a lavoro dopo il contagio

E’ stato siglato il 6 aprile il Protocollo sulla realizzazione di punti straordinari di vaccinazione tra Governo e parti sociali, che ha quale obiettivo primario quello realizzare i vaccini nei luoghi di lavoro, per il personale dipendente e non, a prescindere dalla tipologia contrattuale applicata.

L’Intesa costituisce un addendum al Protocollo anti-Covid sui luoghi di lavoro firmato tra marzo e aprile 2020 e la aggiorna per alcuni aspetti. Lo sottolinea Il Sole 24 Ore in edicola oggi:

“l’accordo di martedì notte ha anche aggiornato il Protocollo di marzo-aprile 2020 sulle misure anti-contagio nei luoghi di lavoro, che invita al ‘massimo utilizzo’ del lavoro agile e da remoto ‘anche nella fase di progressiva ripresa delle attività’, in quanto ‘utile e modulabile strumento di prevenzione’. Va mantenuta la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento, negli spazi condivisi vanno indossati i dispositivi di protezione delle vie aeree, o ulteriori strumenti di protezione individuale. I lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario”.

Dunque lo smart working continua ad essere la modalità ‘privilegiata’, ma anche la più semplice, per il contenimento della diffusione del Covid, questo dice il Protocollo. Il quale aggiunge anche qualche elemento in più sul rientro a lavoro dopo il contagio. Premesso che spetta al medico curante attestare i tempi della guarigione, il Protocollo prevede che una volta che siano cessati i sintomi del Covid – secondo certificazione medica – i lavoratori che continuano ad essere positivi al Covid per più di 21 giorni al fine di essere riammessi a lavoro devono fare un ulteriore tampone che deve risultare negativo.

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