Cinema, teatri, spettacoli. La Stampa: ecco le proposte di Franceschini e le date per ripartire

Cinema, teatri, sale da concerto e luoghi della cultura e dell’intrattenimento più in generale sono chiusi da quasi un anno. Le proteste dei lavoratori dello spettacolo – e dei dipendenti delle filiere connesse a tale settore – si sono tenute in tutta Italia e hanno visto la partecipazione di un buon numero di lavoratori, le cui rivendicazioni sono spesso rimaste inascoltate, al netto di pochi bonus e ristori. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha condiviso con il Cts le proprie idee per la ripartenza del settore dello spettacolo e si lavora ad un nuovo protocollo, che dunque è in fase di elaborazione.

Su La Stampa in edicola oggi vengono fatte alcune anticipazioni circa le misure che potrebbero essere adottate per la riapertura dei teatri e dei cinema. E quindi potremo ritrovarci – si legge – “al cinema a teatro e nelle sale da concerto con le poltrone mezze piene. E riprendere anche i grandi eventi, come i concerti all’aperto, ma anche le partite di calcio. Magari a partire dagli europei alle porte con il pass del tampone eseguito di fresco e mascherine ffp2 ‘doc’”.

Senza poi trascurare – continua il quotidiano torinese – che occorrerà fare i conti con le regole, mai tramontate, che fissavano “non più di un quarto dei posti a sedere come approvato dal Cts per le poi mai avvenute riaperture di marzo, ma poltrone occupate al 50%. E a raddoppiare dovrebbe essere anche la capienza massima consentita per i diversi eventi: da 200 a 500 per quelli al chiuso e da 400 a mille spettatori per quelli all’aperto. Tutto questo sempre e soltanto nelle regioni in fascia gialla“.

Stando a quanto scritto da La Stampa dunque le indicazioni del ministro Franceschini potrebbero essere applicate dopo il 30 aprile – al termine di questa fase di restrizioni rinforzate – o al massimo dal 26 del mese, sempre tenendo conto dell’andamento dei contagi da COVID-19 e sempre nel rispetto delle norme per il contenimento del virus: distanza di un metro, mascherina da indossare tutto il tempo, prenotazioni e pagamenti per lo più online. Il dubbio rimane sulla proposta del tampone obbligatorio, che potrebbe costituire un elemento di selezione (discriminatoria) degli spettatori.

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