Licenziato per post su Facebook: non mi scuso. Incontro con Ministro Orlando

“Non avrei mai immaginato che un post così generico che pubblicizza la visione di una fiction potesse portare a tutto questo”. Queste le parole di Riccardo Cristello, pronunciate ieri ai giornalisti durante il presidio del sindacato USB in via Molise, di fronte al Ministero del Lavoro.

Cristiello, lavoratore dello stabilimento ex Ilva di Taranto, è stato licenziato alcuni giorni fa perchè la società ArcelorMittal, il suo datore di lavoro, ha ritenuto offensivo e denigratorio verso l’azienda e i suoi dirigenti un post che lo stesso lavoratore aveva messo sulla propria bacheca Facebook in cui condivideva l’invito a seguire la fiction ‘Svegliati amore mio’. La miniserie in onda su Canale 5 narra il dramma di una donna dopo la scoperta che l’improvvisa malattia della figlia è ricollegabile alle polveri sottili emesse dall’acciaieria dove lavora il marito.

Cristiello ha deciso di opporsi alla decisione aziendale, come prevede lo Statuto dei Lavoratori per gli addebiti disciplinari, e con il supporto del sindacato USB ha avviato la vertenza, che dopo essersi trasformata in un presidio davanti alla direzione aziendale del polo siderugico tarantino ieri si è trasferita a Roma, per l’appunto, con l’obiettivo di avere un incontro con il ministro del Lavoro Andrea Orlando. Incontro che effettivamente nel tardo pomeriggio si è realizzato, con il ministro Orlando che avrebbe dichiarato, secondo una nota stampa del sindacato USB, “è indispensabile che si instauri nuovamente un rapporto basato sul confronto con tutte le organizzazioni sindacali e che si avvii una interlocuzione con il territorio, in particolare con Regione e Comune”.

Ma intanto la vertenza sindacale va avanti e in queste ore l’azienda ha più volte contattato Cristiello per arrivare a fargli chiedere formali scuse. Il lavoratore che si è detto certo e convinto di non aver fatto nulla di male, ha risposto – ripetendo le parole anche ai giornalisti presenti al presidio romano : “le scuse le fa chi sbaglia”.

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