Il nuovo decreto Covid che ripristinerà le zone gialle e le riaperture dei ristoranti anche a cena – chiusi sin dai primi decreti del secondo lockdown di fine ottobre 2020 – rischia di non portare una grande ventata di novità.
Le riaperture serali infatti, che dovranno terminare comunque entro l’orario di inizio del coprifuoco (22:00), saranno possibili solo se i locali avranno la possibilità di servire ai tavoli collocati in un luogo all’aperto, rischiando di prolungare di fatto le misure più restrittive per centinaia di migliaia di bar, ristoranti, locali.
Lo mette in luce il quotidiano Il Mattino in edicola oggi che raccoglie la posizione della più grande associazione di rappresentanza dei pubblici esercizi:
“‘Riaprire solo le ttività che hanno i tavolini all’esterno’, ha fatto sapere ieri la Fipe-Confcommercio, ‘significa prolungare il lockdown per oltre 116 mila pubblici esercizi. Il 46,6% dei bar e dei ristoranti’ ha aggiunto la Federazione ‘non è dotato di spazi all’aperto e questa percentuale si impenna se pensiamo ai centri storici delle città nei quali vigono regole stringenti’. In attesa di una decisione del governo anche sulle riaperture dall’interno dei locale, la Fipe ha chiesto all’Anci, che quantomeno i sindaci mettano a disposizione il maggior numero possibile di spazi esterni agli esercenti e che si continui a non pagare l’occupazione di suolo pubblico. Mentre sullo slittamento del coprifuoco non sembrano esserci al momento margini per arrivare alle 23 già da lunedì prossimo, per il ristorante al chiuso c’è qualche possibilità di poter prenotare se non da subito, a metà maggio appunto”.
Dunque secondo quanto riferisce il quotidiano napoletano questa situazione potrebbe sbloccarsi da metà maggio, quando le cene potranno svolgersi anche al chiuso.
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