La partenza dell’Assegno unico e universale potrebbe essere vicina ad un rinvio. La notizia appresa da Il Sole 24 Ore in edicola oggi, getta probabilmente nello sconforto milioni di italiani, impoveriti dalla pandemia, che vedevano nella riforma delle tutele a favore della genitorialità un nuovo fondamentale sostegno su cui fare affidamento.
E così per evitare l’assenza di qualsiasi tipo di risposta verso queste fasce della popolazione, il Governo potrebbe valutare per il 2021 l’erogazione di un importo una tantum. Lo scrive ancora Il Sole 24 Ore che parla di “assegno aggiuntivo da 250 euro una tantum per il 2021 rinviando di fatto il riordino al 2022. Una strada che sembra ormai obbligata. ‘Il punto adesso è capire se l’assegno a luglio partirà in tutto o in parte’ conferma Stefano Lepri del Pd, uno dei firmatari della legge delega. ‘L’ipotesi di una partenza in due fasi – spiega – è oggetto di un approfondimento in questi giorni. Che i tempi siano stretti lo sapevamo, la crisi di Governo ci ha fatto perdere due mesi rispettp a quando abbiamo indicato luglio per la partenza”.
Dunque l’ipotesi che al momento sarebbe la più ‘accreditata’ rispetto al futuro dell’Assegno unico, sarebbe quella di un rinvio della partenza complessiva della riforma al 2022 (va ricordato che la legge delega che affida al Governo il compito di legiferare sulla materia scade il 31 marzo 2022), mentre il 2021 verrebbe ‘sanato’ con un importo Una tantum da erogare “solo ai lavoratori autonomi (oggi esclusi dagli Anf) e ai soggetti incapienti ai fini Irpef (per cui lo sconto fiscale previsto per i figli a carico è nullo, in assenza di una sufficienti imposta su cui applicarlo)”.
Conseguentemente i lavoratori dipendenti continuerebbero a beneficiare fino al termine del 2021 delle detrazioni Irpef e Assegni al nucleo familiare attualmente previsti.
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