Il piano delle vaccinazioni sta procedendo, ma troppo lentamente. Ieri è stato raggiunto il traguardo delle 500mila dosi, ma il l’immunità di gregge a settembre sembra ancora un obiettivo lontano. Le regioni – stando a quanto scritto sul quotidiano La Stampa in edicola oggi – a partire da maggio riceveranno altre 20 milioni di dosi.
Il quotidiano torinese riferisce del piano elaborato dal generale Figliuolo che prevede, una volta conclusa la fase 1 che consiste – come tutti sappiamo – nella messa in sicurezza dei più fragili, ulteriori quattro fasi: “mettere in sicurezza gli over 65 vaccinandone almeno l’80% con la prima dose; immunizzare i 14 milioni di under 65 vulnerabili; partire contemporaneamente con i “sani” della stessa fascia d’età, anche senza prenotazione ma “a chiamata” per anno di nascita; sempre contestualmente far partire la vaccinazione dentro le grandi aziende per mandare a pieni giri la macchina produttiva“.
Per quanto riguarda le vaccinazioni sui luoghi di lavoro il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute hanno già provveduto a stabilire le regole con l’aggiornamento al Protocollo sicurezza sui luoghi di lavoro siglato con tutte le parti sociali il 6 aprile (per scaricarlo clicca qui).
Nel progetto del Generale – come nota La Stampa – non sono inclusi circa il 10% di ultraottantenni, che sembrano sfuggire al piano vaccinale perché vivono probabilmente in zone remote e non digitalizzate, che andranno individuati e a cui il vaccino verrà portato a casa.
Tuttavia, affinchè il piano vaccinale di Figliuolo abbia la sua efficacia, è necessario che le regioni si coordinino nella somministrazione delle dosi, anzichè procedere autonomamente – come è stato fatto finora – dando luogo a situazioni estremamente differenti da regione a regione.
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