Veneto. Sindacati: “Primo Maggio. Manifestazione contingentata sabato alle 10.15 davanti alla casa di riposo Gaggia Lante di Belluno”

CGIL CISL UIL hanno sempre festeggiato il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, con una iniziativa tematica con un forte valore d’attualità; nel corso del 2020 questo non è avvenuto, a causa delle restrizioni del lockdown e solo adesso, seppur in forma ridotta, sarà possibile riprendere questa tradizione.
Sabato Primo Maggio CGIL CISL UIL saranno unitariamente davanti all’ingresso storico della Casa di Riposo- RSA SER.SA. “GAGGIA LANTE” di Cavarzano a Belluno, a partire dalle ore 10.15, per una manifestazione “contingentata” a discutere sui temi del lavoro nell’epoca del Covid, alla presenza dei rappresentanti dei luoghi di lavoro, delle autorità locali e dei lavoratori, in particolare quelli che provengono dal settore del socio-sanitario.
È appunto questo il tema scelto dalle Organizzazioni Sindacali bellunesi, quello di rendere omaggio e ringraziare coloro che in questi due anni, dal 23 febbraio 2020, sono stati catapultati nel centro della pandemia e hanno dovuto e saputo fronteggiarla, per poter dare a tutto il sistema-Paese le cure e la sicurezza nella salute e, allo stesso tempo, far capire alla cittadinanza come il sistema sanitario fosse in grado di reggere, mentre quello economico s’interrogava su come poter ripartire.
“La pandemia – afferma Massimiliano Paglini, Segretario generale della CISL Belluno Treviso – ci ha insegnato che senza salute non c’è sviluppo né lavoro, e senza lavoro si disgregano le nostre comunità. Per questo è per noi ancor più doveroso ringraziare chi ogni giorno è stato in prima linea per tutelare tutti noi e i nostri anziani. È un dovere morale, prima che civile, rendere omaggio al lavoro del personale medico e socio-sanitario”
Sono stati tre, e continuano ad esserlo, gli emblemi del lavoro nell’ambito socio-sanitario: i medici, gli infermieri, il personale di base degli ospedali, con l’assistenza continua nei reparti Covid o nelle terapie intensive, il personale del servizio prevenzione e nel territorio (le USCA e i medici di base) che hanno seguito l’evolversi della pandemia e gestivano gli ammalati in isolamento e tutti gli addetti e il personale sanitario dentro le case di riposo, dove il Covid ha procurato purtroppo tante vittime, e ha costretto i nostri anziani ad un isolamento forzato, vietando oltremodo il contatto con i familiari a casa.
“Per questo – spiegano CGIL, CISL e UIL territoriali – la nostra scelta è stata quella di venire alla SER.SA., perché è stato uno dei tanti luoghi simbolo del lavoro nell’epoca del Covid. Il dibattito non si fermerà al solo ringraziamento delle tante lavoratrici e lavoratori del settore, ma tratteremo anche le necessità del futuro nella sanità, della carenza del personale specializzato – proprio nelle case di riposo -, della necessità di una riforma del sistema della residenzialità per gli anziani, dei rinnovi contrattuali che sono diventati sempre più difficili, di un sistema sanitario da riorganizzare in un eterno contrasto tra pubblico e privato”.
“Il sistema complessivo del socio-sanitario – spiega Mauro De Carli, Segretario generale della CGIL Belluno – è stato duramente provato da questo lungo periodo di pandemia, garantire per il futuro una nuova efficienza al settore, dagli ospedali, alle medicine nel territorio, alle case di riposo, sarà determinante per il futuro del sistema Paese, il primo luogo in cui investire (e i soldi dovrebbero esserci dentro il Recovery Plan), soprattutto serve investire nel personale che come sappiamo è stato il fattore principale della tenuta sanitaria”.
“Non potevamo però dimenticarci delle crisi che attraversano altri settori ed altri luoghi di lavoro – aggiungono i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL -; porteranno la loro esperienza i delegati di Acc e Ideal Standard, da tanto ormai in lotta perenne per il loro posto di lavoro, per ricostruire continuamente una speranza di continuità occupazionale per loro e per il territorio”.
Michele Ferraro, referente confederale UIL Belluno è molto deciso: “Siamo di fronte ad una potenziale ‘bomba sociale’ sia per i riflessi immediati sul territorio per la possibile perdita di 800 posti di lavoro, per le conseguenze su tante famiglie, sia per l’incongruità di quanto sta per accadere, perché ci troviamo di fronte ad aziende che hanno lavoro, produzioni interessanti per il mercato e la loro dismissione non può essere compresa. È impossibile che non si trovino le soluzioni per far sì che questi lavoratori possano continuare a lavorare”.
“Se il contingentamento non ci permetterà di essere in molti – concludono i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL – sicuramente avremo molti spunti di discussione, molte preoccupazioni e aspettative da mettere in campo; le porteremo ai sindaci che abbiamo invitato – Massaro e Cesa oltre al Presidente della Provincia Padrin- perché questo Primo Maggio ci veda finalmente ripartire”.
La giornata verrà conclusa dall’intervento del Segretario generale UIL del Veneto Roberto Toigo.

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Fonte: cisl.it