“Licenziare dopo la Cig”, così riparte l’Italia secondo Confindustria

Intevistato dal quotidiano Il Messaggero di ieri Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria con delega alle Relazioni industriali traccia la rotta del Governo sui prossimi provvedimenti legislativi in materia di cassa integrazione e blocco dei licenziamenti.

Quest’ultimo, infatti, resta ancora il tema centrale del dibattito nonostante il decreto Sostegni abbia portato il divieto di licenziare al 30 giugno per industria ed edilizia, fine ottobre per artigianato, commercio e turismo.

«I numeri sul lavoro ci devono far riflettere – dichiara Stirpe al giornalista – . Abbiamo avuto certamente una perdita di contratti a tempo determinato e di lavoratori autonomi, ma dentro quei 900 mila occupati in meno ci sono anche posizioni a tempo indeterminato, che ora notiamo anche per il diverso criterio statistico usato dall’Istat. Vuol dire che con tutto il blocco dei licenziamenti ci sono state criticità anche per i lavoratori più garantiti. Due punti di tasso di occupazione in meno e anche l’aumento degli inattivi sono dati fortemente negativi. Recuperare non sarà facile, ci vorrà del tempo».

A seguire, alla domanda se sul blocco dei licenziamenti alla fine si dovrà trovare una via d’uscita, il “vice di Bonomi” risponde così:

«La strada scelta dal governo di distinguere tra le imprese che hanno gli ammortizzatori sociali e li pagano e quelle che non li hanno o li hanno in misura limitata è stata corretta. Ma ora bisogna fare un passo avanti per ripartire. La cosa migliore sarebbe azzerare il contatore in modo da consentire alle aziende di usare subito le proprie 52 settimane. E contemporaneamente cancellare il ticket aggiuntivo che devono pagare. Così verrebbero meno gli alibi, le imprese sarebbero portate a utilizzare subito la Cig e potrebbero evitare di interrompere rapporti di lavoro».

Insomma, il meccanismo che propone Stirpe è un incentivo a usare la Cig gratuitamente per evitare ‘di fatto’ i licenziamenti. Nessun divieto per legge, però, deve essere posto alle aziende che saranno comunque libere di licenziare applicando la normativa ordinaria.

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