La Fiom e la formazione

La formazione rappresenta per la Fiom un impegno politico permanente e irrinunciabile per dotare il proprio gruppo dirigente degli strumenti di comprensione della realtà, delle dinamiche capitale/lavoro, delle contraddizioni insite nell’attuale modello di sviluppo (ambiente, salute e sicurezza, aumento delle disuguaglianze) e degli interventi contrattuali necessari a difendere i diritti dei lavoratori dentro e fuori i luoghi di lavoro.

Si tratta inoltre di soddisfare costantemente le istanze formative provenienti dai delegati/e Rsu, specie quelli di prima nomina, insieme alla necessità dell’organizzazione di sviluppare una formazione sempre più legata ai contenuti e all’efficacia della contrattazione: gestione del Ccnl e del 2° livello, la condizione di lavoro, la salute e la sicurezza, gli orari, il salario, l’organizzazione del lavoro ai tempi di industria 4.0.

L’offensiva padronale e politica di questi anni contro i diritti dei lavoratori e la contrattazione collettiva, gli accordi separati sul Ccnl e il tentativo di svuotare di contenuto e senso quella aziendale, è stata contrastata dalla Fiom sia con il conflitto sia assumendo la Democrazia come elemento discriminante e fondativo dell’agire sindacale. La Democrazia come fonte di legittimazione delle scelte politiche e contrattuali della Fiom. Nel conflitto e nella Democrazia si sono formati centinaia di delegati e delegate, in lotta contro il liberismo e il suo tentativo di cancellare il ruolo di mediazione sociale dello Stato e dei governi e aumentare a dismisura il potere delle imprese a scapito dei sindacati e dei lavoratori. 

Le sfide che siamo chiamati ad intraprendere ai tempi della pandemia Covid-19, per evitare che la crisi sanitaria ed economica possa essere usata contro i diritti dei lavoratori, riguardano in primo luogo l’affermazione del diritto alla salute e alla sicurezza i tutti i luoghi di lavoro. I protocolli sulla sicurezza sottoscritti in questi mesi in tante fabbriche metalmeccaniche vanno estese a tutta la categoria per evitare che i luoghi di lavoro diventino veicolo di contagio con effetti drammatici sulla salute dei lavoratori e delle loro famiglie. La sostenibilità ambientale dell’industria e delle produzioni, la lotta per cambiare le sciagurate leggi sul lavoro che hanno indebolito la solidarietà e aumentato la precarietà e le disuguaglianze, sono anch’esse parti fondamentali dell’impegno sindacale della Fiom e dei propri delegati. 

Le nuove tecnologie, la digitalizzazione, i modelli organizzativi aziendali fondati sulla frammentazione del ciclo produttivo, su appalti e decentramento sempre più spinti, hanno l’obiettivo di sottrarre ai lavoratori il controllo dell’intero processo lavorativo e aumentare il controllo e il comando dell’impresa sulla prestazione. In ultima analisi tendono a ridurre gli spazi negoziali del sindacato e delle Rsu sull’organizzazione del lavoro e sulla prestazione. 

Senza la comprensione delle trasformazioni tecnologiche ed organizzative in atto nelle imprese, senza un’analisi degli effetti che la competizione globale ha sulla condizione di lavoro, la stessa contrattazione rischia di perdere di efficacia e assumere come “inevitabili” le scelte e le decisioni delle imprese. In questo senso la formazione è uno strumento indispensabile per fornire, in primis ai nostri delegati, le lenti per una lettura delle trasformazioni in atto, a partire dalla realtà concreta del proprio luogo di lavoro, per orientare le scelte rivendicative e contrattuali, aumentando il peso e il ruolo dei lavoratori nelle scelte dell’impresa. Si tratta di intervenire sulle condizioni di lavoro, aggravate dalla crisi e dalla pandemia in corso, per ricomporre e riunificare il lavoro, ridurre gli orari, superare la precarietà stabilizzando i rapporti di lavoro e contrattare i nuovi contenuti professionali conseguenti alle trasformazioni organizzative e tecnologiche dell’impresa. 

Occorre inoltre rafforzare tra i delegati Fiom una concezione della militanza e un senso di appartenenza che li renda maggiormente consapevoli del ruolo e del valore del lavoro, per contrastare con maggiore efficacia i processi che il liberismo e le imprese attuano contro i lavoratori per aumentare i profitti e la capacità competitiva sui mercati. Valorizzare il lavoro, battersi per la sua centralità, praticare la Democrazia e ricomporre l’unità dei lavoratori sono per la Fiom le condizioni per rifuggire il corporativismo e l’aziendalismo, trappole mortali per i lavoratori e il movimento sindacale. 

Ed infine, la formazione anche per il tesseramento, per la crescita organizzativa della Fiom-Cgil, e l’allargamento della sua presenza nei luoghi di lavoro in tutto il territorio nazionale. Il tesseramento è parte costitutiva della militanza Fiom a tutti i livelli dell’organizzazione. Esso va praticato rilanciando la percezione di utilità della Fiom e del sindacato in tutti i luoghi di lavoro (perché iscriversi alla Fiom). Occorre perciò coniugare sempre più l’azione della contrattazione collettiva con la tutela individuale e il pieno esercizio dei diritti sindacali e del Ccnl. In questo senso la formazione può rappresentare una leva per valorizzare il ruolo dei delegati e delle delegate, rilanciando anche per questa via l’attività di proselitismo, aumentare gli iscritti, allargare la rappresentatività della Fiom.

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Fonte: fiom-cgil.it