Fine Quota 100, Il Sole 24 Ore: il “no” dei sindacati alla proposta Tridico-Inps

Con l’imminente scadenza della sperimentazione triennale di Quota 100 – alla fine del 2021 – il dibattito sulla riforma pensionistica entra nel viso. Lavoratori e sindacati temono il ritorno totale alla riforma Fornero che fa scattare lo “scalone” dell’età anagrafica di 67 anni per andare in pensione.

Nuove ipotesi di riforma sono state avanzate dai sindacati, Inps e la Lega, in attesa della convocazione di un tavolo da parte del ministro del Lavoro Andrea Orlando, che dovrebbe avvenire entro la fine del mese.

Mentre Lega ha già dichiarato di essere contraria a un ritorno totale alla legge Fornero e propone di ritoccare le norme in senso della flessibilità pensionistica, i sindacati hanno bocciato la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, che più volte si è espresso sul tema delle pensioni (clicca qui per leggere gli articoli della redazione di Tuttolavoro24.it).

Ne Il Sole 24 Ore in edicola oggi, viene riportata la proposta di Tridico, bocciata “seccamente” dai sindacati:

Ieri [i sindacati, ndr] hanno bocciato seccamente la proposta lanciata dal presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, di consentire dal 2022 ai lavoratori in possesso di almeno 20 anni di contributi un pensionamento sostanzialmente in due fasi: la prima per la sola parte contributiva al compimento dei 62-63 anni, seguita dall’eventuale fetta retributiva dell’assegno al raggiungimento dei 67 anni“.

Il “no” dei sindacati deriva dal rifiuto di un sistema di calcolo ancora contributivo, che penalizzerebbe i lavoratori. Cgil, Cisl e Uil invece hanno proposto un sistema che prevede o un meccanismo di uscita flessibile a 62 anni o il pensionamento con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

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