Dopo la morte di Luana D’Orazio, 22 anni, risucchiata dall’orditoio sul quale lavorava in un’azienda artigiana tessile di Prato, che lascia un bambino di 5 anni, si riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
La Procura di Prato ha aperto le indagini per omicidio colposo, anche per il reato di rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Per la morte della giovane due sono gli indagati: la titolare dell’azienda, Luana Coppini, 58 anni e Mario Cusimano, addetto alla manutenzione del macchinario.
“L’azienda ‘Orditura Luana’ ha fatto tutto quello che doveva fare per legge a livello di formazione, – dice ad Agi l’avvocato Alberto Rocca – la ditta è molto seria, molti istituti pubblici che svolgono corsi di formazione rivolti al personale in apprendistato sono rimasti chiusi in questo periodo a causa del Covid”.
Nel frattempo le indagini proseguono per conoscere perchè e chi ha rimosso la griglia di sicurezza dall’orditoio (foto credit: La Nazione), che doveva proteggere la lavoratrice. Sotto osservazione anche il funzionamento della fotocellula di sicurezza del macchinario, che avrebbe dovuto bloccare il movimento dei rulli meccanici ed impedire il travolgimento di Luana.
L’azienda intanto riprende le sue sue attività ma ha già deciso che oggi, venerdì 6 maggio, solidarizzerà con lo sciopero sindacale fermandosi in corrispondenza delle quattro ore di astensione indette dai sindacati per chiedere maggiore sicurezza sul lavoro.
Dagli osservatori agli addetti ai lavori, in questi giorni, circola lo stesso pensiero a proposito della ripresa produttiva post-pandemica. Lo sintetizza bene il quotidiano on-line di Avvenire:
“si sta correndo troppo, soprattutto nelle fabbriche delle piccole e medie imprese, e la voglia di recuperare i profitti e le produzioni perdute rischia di abbassare l’attenzione sugli standard di sicurezza. La verità è che tutti gli incidenti sul lavoro sono prevedibili ed evitabili e non accadono mai per caso”.
Intanto i sindacati oltre allo sciopero di oggi, monitorano dall’inizio dell’anno l’andamento e fanno sapere che i numeri sono in peggioramento rispetto ai primi mesi del 2020. Parlano, attraverso il Segretario Cisl Luigi Sbarra, di “mediamente due-tre lavoratori” che perdono la vita ogni giorno e tornano a chiedere un tavolo con il Ministero del Lavoro per rivedere le norme che riguardano il Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro del 2008, anche se aggiornato negli anni successivi.
Tavolo sul quale si è già espresso favorevolmente mercoledì il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, durante l’incontro sulla questione dei lavoratori gravosi.
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