Decreto Riaperture slitta ancora, La Stampa: novità durata del Coprifuoco e nuovi parametri per i colori

Trovata l’intesa tra Governo e Regioni sulle nuove regole per arginare i contagi da Covid-19, che saranno oggetto di uno specifico provvedimento che sarà varato la settimana prossima dopo un’ulteriore riunione della Cabina di regia, che si terrà lunedì. Durante questo confronto saranno esaminati i nuovi dati settimanali che perverranno dalle regioni.

Qualunque decisione sarà presa la linea sarà quella annunciata da Mario Draghi, durante il suo intervento di ieri alla Camera: per le riaperture l'”approccio graduale commisurato ai dati epidemiologici“.

Secondo quanto si apprende sembrerebbero essere certi lo spostamento dell’inizio del coprifuoco alle 23 a partire dal 24 maggio, e la riapertura delle palestre, così come di bar e ristoranti al chiuso, a partire dal 1° giugno. Le possibilità che ciò avvenga prima sono ormai davvero molto limitate, con buona pace dei titolari e lavoratori.

Per quanto riguarda la ripresa di eventi come i matrimoni, Draghi avrebbe dato l’okay per la ripartenza intorno alla metà di giugno, ma solo con il green pass, cioè permettendo di partecipare a banchetti e festeggiamenti a chi abbia il pass vaccinale, il certificato di avvenuta guarigione dal Covid o referto di negatività del tampone.

Il settore su cui punta maggiormente il Premier è però il “turismo nostro e straniero”, a proposito del quale si prevede di “ampliare la sperimentazione di voli Covid-tested, che includa più linee, più rotte e più aeroporti”, ha detto ieri alla Camera.

Tuttavia – come ha sottolineato lo stesso Presidente del Consiglio Draghi – i tempi e i termini delle riaperture andranno di pari passo con i dati epidemiologici e non verrà eliminato il sistema dei colori che definiscono le varie fasce di rischio. Ecco cosa si legge su La Stampa in edicola oggi all’indomani del discorso del Premier alla Camera:

Ma il tema delle riaperture va di pari passo con quello dei parametri che definiscono i colori delle varie fasce di rischio, con i quali avremo ancora a che fare probabilmente fino a che non avremo almeno il 70% della popolazione immunizzato con la prima dose. Le Regioni nella loro proposta vorrebbero cancellare del tutto l’Rt, perché in questa fase può mandare in arancione più di una regione senza che i contagi si trasformino in ricoveri, visto che la popolazione più fragile è sempre più protetta dai vaccini“.

Dunque l‘Rt – indice di trasmissibilità – avrà ancora un peso nei parametri per la suddivisione dell’Italia in zone in base al colore, nonostante il parere contrario delle Regioni, ma i nuovi criteri per il passaggio di colore che verranno introdotti dal Governo si baseranno soprattutto sull’incidenza dei contagi e terranno conto della pressione sugli ospedali.

Su questo aspetto in particolare si sofferma il quotidiano torinese:

Da qui l’idea di basarsi soprattutto sul parametro dell’incidenza dei contagi: con 250 o più casi settimanali ogni 100 mila abitanti si va in rosso, con 150-249 in arancione, con 50-149 in giallo, sotto nella fascia bianca. Ma la mediazione alla quale ha lavorato Speranza prevede anche che con più del 30% dei letti occupati in terapia intensiva e il 40% negli altri reparti anche con 150-249 casi si vada in rosso, in giallo rispettivamente con meno del 20% e del 30%. Fermo restando – è scritto nella proposta dei governatori che le zone rosse potrebbero scattare anche a livello di singole province“.

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