Puglia. Cisl: “A Taranto la più grande base navale della MM”

È la più grande Base Navale del paese. Ha il più importante servizio di assistenza navale con tecnici specializzati e il più importante nucleo di piccoli battelli che fornisce preziose attività logistiche nei due mari. Ma lo sanno in pochi, in particolare in città, dove prevale l’immagine del grande Arsenale, sicuramente importante ed emblema della Marina Militare a Taranto.

Eppure l’economia di Taranto passa anche di qua, ed è necessario conservarne la funzionalità attraverso un piano di assunzioni mirato, incentivi economici per le figure tecniche carenti e apertura dei suoi servizi al territorio.

Come è noto a breve uscirà il concorso per 210 posti riservato all’Arsenale di Taranto, ma se fossero state accolte le nostre sollecitazioni una piccola aliquota poteva essere destinata a Maristanav, prima che i pensionamenti ne facciano crollare la capacità operativa.

Occorre ora che lo Stato maggiore della Marina si adoperi anche per la Base Navale di Taranto, che richieda assunzioni mirate all’interno delle 3.481 unità previste nei prossimi tre anni, che investa sulla modernizzazione delle sue imbarcazioni, che pretenda riconoscimenti economici per le figure tecniche carenti, che sostenga le nostre proposte fatte all’interno del Fondo Risorse Decentrate, attualmente  in discussione a Persociv, per destinare agli “operai”, ad incominciare dagli introvabili gruisti (per i quali abbiamo chiesto l’attribuzione di 50 euro al giorno!) gli incentivi  che meritano.

Ma è la strada dell’interazione con lo sviluppo del porto, con il crescente traffico di petroliere ed ora di navi da crociere, da percorrere per dare nuovo impulso ai servizi –unici- che Maristanav può offrire all’economia locale, ovviamente fatte salve le priorità della flotta.

Occorre dunque una nuova visione d’insieme, anche di marketing, che possa ricondurre la Base Navale ad essere destinataria di quelle attenzioni, locali e nazionali, che ne possano sostenere la capacità operativa e offrire alternative produttive.

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Fonte: cisl.it