‘Chi non rispetta le norme sul lavoro è un criminale’. Saviano va giù duro sul Rai3

Roberto Saviano, ospite di Fabio Fazio durante la trasmissione televisiva Che tempo che fa, su Raitre, dopo aver ricordato le ultime vittime del lavoro, a partire dalla giovane mamma Luana D’Orazio e gli altri più recentissimi casi di ‘morti bianche’ avvenute solo nel mese di maggio, nel suo ‘editoriale’ si è soffermato sui temi della sicurezza sui luoghi di lavoro e sull’importanza che rivesto per la politica e le scelte aziendali. Oltre che per le cronache: in Italia abbiamo mediamente “un morto ogni turno di lavoro”, dice.

Un giudizio molto negativo, quello dello scrittore che dice “ho sempre guardato con sospetto l’espressione “morti bianche”, perché quel bianco toglie responsabilità. Non è così. Nel 2020 l’Ispettorato nazionale del lavoro ha eseguito controlli su 10.069 aziende. Sapete quante sono risultate irregolari? 8.068“. In pratica 8 su 10 tra le aziende controllate non rispettano le norme sulla sicurezza.

Dunque Saviano dice di voler rigettare ogni ipotesi di de-responsabilizzazione: “Non c’è fatalità, c’è colpa, c’è crimine, perché il mancato rispetto delle norme di sicurezza è un crimine!”.

Per l’autore del best seller ‘Gomorra’ quel che accade nelle aziende è una conseguenza delle mancanze aziendali: “La salute e la sicurezza sul lavoro vengono sempre considerate un costo, un problema, una spesa, mai un investimento che si traduce in qualità del lavoro. Se c’è da investire, si investe sul profitto, ma mai in prevenzione”.

Ma non è solo colpa delle aziende, in queste situazioni vi è una buona dose di responsabilità dello Stato. La dimostrazione sta – sottolinea – che nel Pnrr del Governo la sicurezza sui luoghi di lavoro non viene mai espressamente citata:

“Non è solo un problema a livello aziendale: il primo a non investire nella sicurezza sul lavoro è lo Stato. I tagli alla spesa pubblica hanno ridotto di oltre la metà gli addetti Asl e gli ispettori del lavoro deputati ai controlli nelle imprese”.

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