Ieri sono stati accreditati gli attesi 337,5 milioni di euro al fondo Artigiani Fsba per saldare la cassa integrazione Covid ai lavoratori dell’artigianato.
Come annunciato dai profili social del Fondo gli uffici romani si sono messi subito all’opera per l’erogazione delle prestazioni spettanti per i mesi di gennaio, febbraio, marzo e una piccola parte di aprile.
L’attività del Fondo si è conclusa nella serata di ieri dopo aver disposto una lunghissima fila di bonifici.
I primi bonifici sono stati destinati agli enti bilaterali regionali che gestiscono a loro volta i bonifici rivolti alle aziende:
Oppure – sempre passando dagli enti bilaterali – ai lavoratori:
Successivamente sono stati effettuati i bonifici destinanti direttamente ai lavoratori, ciò vale per queste Regioni:
In altre Regioni ancora, la prestazione è destinata sì al lavoratore ma per il tramite dell’azienda:
I tempi di pagamento e accredito saranno quindi diversi da Regione a Regioni. I più veloci dovrebbero essere quelli di Lombardia, Calabria, Molise e Sicilia.
Ma perchè questa diversità nelle modalità di pagamento da Regione a Regione? Questa domanda se la saranno fatta più volte i lavoratori, specie in questi drammatici mesi di attesa della cassa integrazione Covid. La spiegazione deriva proprio dalla storia dei fondi regionali bilaterali dell’artigianato, nati ancora prima dell’istituzione del FSBA, e che quindi avevano da anni un consolidato sistema (in alcuni casi dagli anni ‘80) che erogava prestazioni ai lavoratori che si chiamava ‘fondo sostegno al reddito’.
Il fondo sostegno al reddito erogava prestazioni similari alla cassa integrazione quando ancora per i lavoratori artigiani la cassa integrazione non esisteva, e le erogava – Regione per Regione – con modalità appunto differenti che sono state per buona parte conservate anche con l’istituzione del sistema FSBA (voluto e riconosciuto dalla Legge Fornero e confermato dai decreti legislativi del Job Act nel 2015).
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