“La pandemia da Covid-19 ha impattato come una valanga sulle fragilità di persone e famiglie, stravolgendone gli equilibri e amplificando i nodi irrisolti. Tra questi, sicuramente, spicca l’annosa questione dell’emergenza abitativa che rischia davvero di esplodere con una drammaticità senza precedenti. Secondo il Comune di Roma, infatti, 56mila nuclei familiari vivono una situazione di emergenza abitativa. A questi si aggiungono 14mila famiglie in lista d’attesa per una casa popolare e 50mila persone che hanno presentato richiesta per il contributo all’affitto durante la pandemia. Molte di queste sono ancora in attesa di ricevere il contributo”.
Così, in una nota unitaria, Cgil di Roma e del Lazio, Cisl di Roma Capitale Rieti, Uil del Lazio e i rispettivi sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat che hanno inviato una lettera aperta con richiesta di convocazione al prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, riguardo l’imminente sblocco degli sfratti che, andando a coincidere con la fine del blocco dei licenziamenti, rischia di innescare, come una miccia, ulteriore disperazione e rabbia sociale.
“Nella lettera abbiamo sottolineato come questi sfratti siano tanto più dolorosi in quanto cadono in una fase della storia della città contraddistinta dalla più grave crisi economica e sociale degli ultimi anni che si è abbattuta su una città già fragile e disuguale dove il disagio abitativo non è mai stato risolto ed è entrato nella percezione delle persone come un fatto ordinario. Solo per dare qualche numero che circostanzia quello di cui parliamo, a marzo l’Inps ci dice che 71.198 nuclei familiari hanno fatto richiesta di RdC per un totale di 150.676 persone, ottenendo un contributo medio di 545 euro. A questi si aggiungono 57.285 persone che hanno fatto richiesta di REM per un importo medio di 532 euro.
Da gennaio ad oggi sono arrivate 31.555 richieste di disoccupazione e 350mila richieste di sostegno al reddito per lavoratori dipendenti e indennità una tantum di lavoratori autonomi. Questi numeri già drammatici devono essere aggiunti a quelli dell’anno scorso, dove per fare un esempio, abbiamo avuto più di 33mila buoni alimentari distribuiti tra marzo e dicembre 2020.
Qui stiamo parlando di intere famiglie, tante famiglie, che dall’inizio della pandemia stanno vivendo accanto allo spettro della povertà. E non è finita ancora. Nelle nostre sedi sindacali accogliamo sempre più lavoratori, disoccupati e pensionati, che ci chiedono come affrontare e risolvere questa fase di estrema difficoltà.
La Banca d’Italia, dal canto suo, comunica che buona parte delle persone che sostiene un mutuo o paga un affitto si sta trovando in grave difficoltà anche per fare la spesa.
C’è una rabbia sociale latente, fino ad oggi contenuta, per quanto possibile, anche da una nostra azione di governo delle situazioni più difficili, ma non possiamo nascondere la verità, ovvero che i numeri del disagio sociale sono crescenti e preoccupanti. Per questo riteniamo sia urgente convocare al più presto una Cabina di regia a cui partecipino tutte le istituzioni competenti e tutte le parti sociali interessate per discutere di risorse, del patrimonio pubblico disponibile, delle azioni da mettere in campo sia immediate che strutturali per non disperdere i fondi ordinari e quelli del Recovery fund. Dobbiamo riuscire a garantire in modo legale una casa compatibile con il reddito dei cittadini in difficoltà e abbattere i tempi burocratici che non consentono assegnazioni regolari se non con tempistiche inaccettabili per l’emergenza sanitaria, sociale ed economica che stiamo attraversando”.
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Fonte: cisl.it