Blocco licenziamenti, il manifesto: i sindacati tuonano contro la Commissione europea

Si scatena l’indignazione dei sindacati dopo che la Commissione europea si è espressa contro il blocco dei licenziamenti. Il 30 giugno, infatti, scade il blocco per industria ed edilizia, cioè per quelle imprese che hanno accesso alla cassa integrazione ordinaria.

I sindacati si erano già scagliati contro il governo Draghi in seguito alla pubblicazione del testo del Decreto Sostegni bis, nel quale sono state ignorate le loro richieste di estendere il blocco per tutti fino al 31 ottobre, con la speranza però che il decreto legge venga emendato dal Parlamento durante l’iter per la conversione in legge. Adesso, tuttavia, spaventano le pressioni dell’Ue per rimuovere il blocco e riprendere a licenziare, mettendo fine alla parentesi antirigorista del periodo Covid.

Ne il manifesto in edicola oggi vengono riportate le dichiarazioni dei leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri in seguito allo studio della Commissione europea:

Ai sindacati quello <studio> che di accademico non ha niente e che accusa il blocco dei licenziamenti di <andare a detrimento degli occupati a tempo determinato> e di essere <persino controproducente> è suonato come una dichiarazione di guerra. <è una bugia totale. Se c’è la necessità di riorganizzare il lavoro invece dei licenziamenti si devono utilizzare altri strumenti, dai contratti di solidarietà alla cig, dalla formazione ai contratti di espansione> sbotta Landini. Per la Cisl il segretario Sbarra è altrettanto tassativo: <Mantenere il blocco almeno fino a ottobre è solo una proposta di buon senso, un atto di responsabilità>. Più apocalittico il leader della Uil Bombardieri: <Bisogna trovare soluzioni ragionevoli per evitare la catastrofe sociale>“.

Mentre i sindacati continuano ad insistere per una proroga del blocco almeno fino ad ottobre e per una riforma degli ammortizzatori sociali, il ministro del Lavoro Andrea Orlando insiste nel voler cercare un punto d’incontro tra le posizioni dei vari partiti, le pressioni dei sindacati e quelle di Confindustria. E con la valutazione della Commissione europea, il ministro tenta di stabilire un equilibrio parlando di un superamento “graduale” del blocco.

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