Critiche dei sindacati a Confindustria, che nella vertenza della Manifattura Riese non ha praticato alcun tipo di mediazione, pur avendo firmato nel dicembre scorso il Patto regionale per il lavoro e il clima che impegna tutte le parti sociali a valorizzare le relazioni per creare occupazione.
Anche durante l’ultimo incontro con i consulenti aziendali, Femca Cisl Emilia Centrale, Filctem Cgil e Filcams Cgil Modena hanno chiesto con fermezza il proseguimento dell’attività aziendale e il ritiro della procedura di licenziamento collettivo.
Ricordiamo che la Manifattura Riese, le cui quote sono di proprietà all’80% di una società fiduciaria di cui viene ancora celato il proprietario, e al 20% di proprietà dell’imprenditore carpigiano Massimo Brunetti, ha di fatto deciso di cessare l’attività lavorativa, aprire una procedura di liquidazione e una di licenziamento collettivo degli 82 dipendenti.
Finora sono state ignorate le richieste di ritirare i provvedimenti avanzate dalle organizzazioni sindacali, dai sindaci di Carpi e Rio Saliceto e dall’assessorato regionale al Lavoro.
Nel corso dell’incontro sia il dirigente di Confindustria Emilia che il liquidatore dell’azienda hanno ribadito che la soluzione più idonea per evitare il fallimento è chiudere tutto lasciando a casa i lavoratori. Femca, Filctem e Filcams giudicano inaccettabile questa posizione, che privilegia le strategie commerciali e finanziarie sul marchio Navigare a scapito della dignità del lavoro, dei lavoratori e del territorio dell’Emilia-Romagna.
Sindacati e lavoratori restano in attesa di essere convocati dal Ministero dello Sviluppo economico, deputato a prendere in carico la vertenza.
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Fonte: cisl.it