«Il valore delle differenze, la nostra identità»

Conclusa a Roma, con le parole della segretaria generale Francesca Re David, la manifestazione “120 anni di Fiom. La storia continua”. Molto apprezzati gli interventi del presidente della Camera Roberto Fico (in video) e degli ex leader Maurizio Landini e Gianni Rinaldini

“Noi ci siamo: ci siamo stati durante la pandemia e ci saremo ancora. Rafforzando le alleanze dentro e fuori il sindacato, mettendo al centro il tema delle giovani generazioni, continuando a intrecciare i nostri percorsi con quelli degli altri”. È con queste parole che la segretaria generale Francesca Re David ha concluso la manifestazione “120 anni di Fiom. La storia continua”, organizzata a Roma, nell’ambito della sette-giorni di “Futura 2021” (da oggi, mercoledì 16 giugno, a mercoledì 23), presso l’Aula Magna della facoltà di Lettere, filosofia e lingue dell’Università Roma Tre (in via Ostiense 236). Un luogo fortemente simbolico, in quanto si tratta di un ex stabilimento Alfa Romeo.

I lavori si sono aperti alle ore 10.30, con un video storico ripercorrente i 120 anni della Federazione e con un toccante audio dell’ex segretario generale Claudio Sabattini, parte del discorso pronunciato il 1° maggio 2001 a Portella della Ginestra in cui invitava i giovani lavoratori a “mettersi insieme, lottare insieme”. L’introduzione è stata affidata al segretario organizzativo della Fiom Cgil Luca Trevisan. Da segnalare, nella lunga diretta online organizzata da Collettiva, la partecipazione nello studio tv approntato al Centro Congresso Frentani di Edmondo Montali (Fondazione Di Vittorio) e Valentina Orazzini (Fiom Cgil nazionale).

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Fico: i diritti dei lavoratori vanno tutelati
All’introduzione di Trevisan è seguito un breve saluto (in video) del presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, che ha rimarcato il “grande e prezioso contributo offerto dalla Federazione alla storia economica e sociale del Paese e al rafforzamento dei diritti dei lavoratori”. Il rappresentante delle istituzioni ha sottolineato la necessità di “assicurare l’effettiva tutela dei diritti dei lavoratori, in particolar modo di quelli appartenenti alle nuove categorie più esposte ai rischi del precariato, assicurando ai massimi livelli condizioni di sicurezza e combattendo la piaga del lavoro nero”. Il presidente Fico, in conclusione, ha dichiarato che “supereremo la crisi soltanto se sapremo costruire un’Italia più giusta, più solidale, più vicina alle fasce deboli e meno garantite della società e, nello stesso tempo, un’Italia più solida e competitiva”.

La parola è poi tornata all’Aula Magna dell’Università Roma Tre, con i brevi interventi di Luisa Allocca (Rsu Hitachi di Napoli), Mirco Turla (Fiom Brescia), Riccardo Mancuso (delegato Riders Union) e Navampreet Kaur (delegata Flai dell’Agro Romano). È poi salito sul palco lo storico Francesco Paolo Palaia, che ha illustrato un nascente progetto di ricerca sul più recente percorso sindacale della Fiom, in particolare dal 1980 a oggi. Di seguito hanno preso la parola Maria Tzortzi (Fiom Bologna), Alberto Campailla (Associazione Nonna Roma) e Diallo Issa (Rsu Manni di Verona).

Rinaldini: rilanciare l’idea di un sindacato europeo
“Noi siamo nati da un’istanza internazionalista e quella spinta dobbiamo riproporla, considerati questi tempi di conflitti d’interessi, egemonie e spartizioni del mondo, a partire dal rilanciare l’idea di un sindacato europeo”. Gianni Rinaldini, ex segretario generale Fiom e presidente della Fondazione Claudio Sabattini, nel suo intervento ha tenuto in equilibrio passato e futuro, passando dal ricordo di grandi personalità della Federazione come Sabattini e Bruno Buozzi alle prospettive dei prossimi anni.

Rinaldini ha sottolineato l’originalità della posizione assunta dalla Fiom nella costruzione della Cgil, fin dal lontano 1906, posizione che ha definito centrata “sulla forte dialettica tra categorie e Confederazione, una dialettica che si coniuga con la parola ‘indipendenza’, e che a volte ha visto prevalere la centralità confederale, come negli anni Cinquanta, a volte la dialettica, come nei decenni seguenti, con la fondamentale esperienza della Flm”. Concluso l’intervento di Gianni Rinaldini, sono poi intervenuti Tiziana Piras (Rsu Galvair di Firenze) e Marwa Al Husseini (Associazione Pensare Migrante).

Landini: verso l’unità del mondo del lavoro
“Il sindacato esiste nel momento in cui le lavoratrici e i lavoratori decidono di mettersi insieme, in cui persone tra loro diverse si coalizzano per affrontare i singoli problemi. Questa unità del mondo del lavoro è l’elemento caratterizzante della Fiom”. Così il segretario generale della Cgil Maurizio Landini (già leader dei metalmeccanici dal 2010 al 2017) dal palco dell’Università di Roma Tre. “In questi anni stiamo assistendo a un livello di competizione mai visto, dove si è più deboli, più ricattabili, più a rischio”, ha spiegato Landini: “Oggi c’è l’idea che una persona, pur di lavorare, debba accettare qualsiasi condizione. Ma è vero il contrario. Noi dobbiamo affermare che il lavoro è lavoro solo se si hanno diritti, non se anche lavorando si è poveri comunque”.

Tornando al tema dell’unità del mondo del lavoro, il segretario generale Cgil ha ricordato che “di quelle ragioni di appartenenza partitica e politica” che hanno fatto nascere “altri sindacati confederali negli anni Cinquanta, oggi non ce n’è più nemmeno una”. Ci sono certamente differenze, ma il “il pluralismo sindacale ha strumenti precisi per essere valorizzato: la democrazia e la rappresentanza. L’unità del mondo del lavoro è un tema con cui dobbiamo fare i conti. Se si vuole avere un futuro, o affrontiamo in modo diverso il problema dell’unità e della costruzione di un nuovo soggetto sindacale unitario o vedo un rischio concreto perché i processi stanno cambiando”.

Alle nuove generazioni, tema portante dell’iniziativa odierna della Fiom, Landini ha detto “che i diritti sul lavoro i giovani o se li prendono organizzandosi insieme a noi o non li avranno mai, perché i padri quei diritti non li hanno avuti gratis, ma li hanno conquistati con l’organizzazione e la lotta”. Sulla contrattazione collettiva il segretario generale della Cgil ha ribadito che si “tratta di uno strumento per realizzare la solidarietà”, rimarcando la capacità della Fiom di “aver ottenuto il rinnovo dei contratti durante la pandemia” e sottolineando la necessità di “una legge per estendere erga omnes la validità dei contratti”.

La conclusione è stata affidata all’attualità. Sullo sblocco dei licenziamenti “non abbiamo una risposta in tasca”, ha detto il leader sindacale, ma “abbiamo deciso insieme a Cisl e Uil di organizzare il 26 giugno tre manifestazioni nazionali a Torino, Bari e Firenze per dare il senso che, pur in presenza ancora di pandemia, purtroppo non ancora risolta, abbiamo bisogno di riprenderci la parola e riprenderci le piazze per farci ascoltare e per provare a rimettere al centro della discussione di questo Paese la qualità del lavoro e della vita delle persone”.

Dopo l’intervento del segretario generale della Cgil, la parola è passata a Chiara Mazzanti (ricercatrice precaria dell’Università La Sapienza di Roma), Natascia Innamorati (Fiom Teramo) e Alessandro Pellegrini (Rsu Avio di Torino). Infine, le conclusioni della segretaria generale.

Re David: un sindacato aperto e inclusivo
“Per noi la storia è fondamentale: lì troviamo le radici del nostro agire, la nostra identità, che dobbiamo saper unire allo sguardo sul presente e sul futuro”, così la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David ha iniziato il suo intervento, mettendo subito in evidenza la “scelta” della Federazione, fin dal 1901, di “aprirsi e di allargare le alleanze, avendo il senso e la consapevolezza della nostra non sufficienza, rompendo ogni schema che metta in contrapposizione tutelati e non tutelati, giovani e meno giovani”. Il compito della Fiom è sempre stato quello di “trovare anelli e connessioni tra realtà diverse, perché il nostro obiettivo è modificare lo stato delle cose e avere un futuro”.

Di questa connessione tra realtà diverse, la contrattazione è la pietra angolare. “Il contratto nazionale dei metalmeccanici – ha spiegato – è un’operazione di grande inclusività: va dagli informatici ai siderurgici, ai lavoratori degli appalti, tenendo insieme complessivamente due milioni e mezzo di lavoratori. Per dirla in termini concreti: teniamo insieme la grande azienda Leonardo e i contoterzisti di Leonardo, il Nord e il Sud del paese, i lavoratori più forti e quelli più deboli”. Una “grande intelligenza collettiva, così la definisce Re David, che fa della Fiom “un sindacato di delegate e di delegati: sono ben 18 mila quelli eletti dai lavoratori, siamo dunque un punto di riferimento in tutti i luoghi di lavoro”.

La segretaria generale non nasconde che “un sindacato ha sempre dentro di sé una possibilità di corporativismo. Ma se questo prevale, finisce il sindacato confederale”. E in questi ultimi decenni al mondo del lavoro è stato portato un attacco senza precedenti, basato “sull’idea che ognuno è imprenditore di se stesso, sull’intenzione di contrapporre tutelati e meno tutelati, cui noi abbiamo reagito e continuiamo a reagire ben sapendo che le tutele non sono vasi comunicanti, o ci sono per tutti o per nessuno”.

Vi è quindi, sempre presente nella storia della Fiom, e ancor più oggi, la necessità di confrontarsi, scansando “sia il rischio della spersonalizzazione, perché ad esempio algoritmi e piattaforme digitali spersonalizzano, sia quello della estrema personalizzazione. Siamo tutti diversi, ma è proprio mettendoci assieme che diamo valore alle differenze”. L’ultima battuta è per le tre manifestazioni del 26 giugno prossimo. “Abbiamo costruito una mobilitazione nazionale – conclude la segretaria generale Francesca Re David – su come si spendono i soldi del Recovery fund, una cosa che governo e imprese non vogliono discutere con noi. E quel giorno noi saremo in tanti, riempiremo le piazze”.

 

https://www.collettiva.it/speciali/futura-2021/2021/06/16/news/-1217675/

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Fonte: fiom-cgil.it