Caporalato, 3 in carcere: “Braccianti pagati 5€/ora e costretti a bere acqua dai pozzi”

Vasta operazione anti-caporalato è stata portata a termine nella mattinata di oggi nelle campagne di Foggia e Campobasso.

Oltre 50 carabinieri della Compagnia di San Severo e del Nucleo Ispettorato del Lavoro, supportati dal reparto Elicotteri e coordinati dalla Procura di Foggia, hanno dato il via all’esecuzione di sette misure cautelari per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, tre in carcere e quattro ai domiciliari.

Le aziende aziende agricole riconducibili agli indagati sono state sottoposte ad amministrazione controllata dei beni, mobili e immobili.

In particolare due agricoltori foggiani dopo aver creato la società fittizia – funzionale a garantire una facciata di regolarità all’operazione – tramite un cittadino senegalese dimorante nella baraccopoli di Borgo Mezzanone reclutava o faceva reclutare centinaia di connazionali anche nel Ghetto di Rignano – per condurli a raccogliere pomodori presso i propri terreni i terreni di altre aziende committenti – i cui titolari sono oggetto dell’odierna misura – a bordo di furgoni e autovetture vetuste.

Le campagne in cui avveniva lo sfruttamento con ritmi estenuanti, in clima di apparente legalità, erano quelle di Manfredonia, Stornara, Foggia Borgo Incoronata, San Severo, Ordona (FG) ed il comune molisano di Campomarino (CB).

Insomma un’evidente condizione di sfruttamento che si sostanziava in sotto-salario, gravi irregolarità contributive, lavoro nero, violazione dei riposi e delle ferie, tra l’altro, non venivano neanche sottoposti alla prevista visita medica, in alcuni casi rimanevano senza mangiare per molte ore e gli veniva fornita da bere “…acqua di pozzo…”. Sorvegliati e minacciati alla decurtazione delle già misere retribuzioni a cottimo.

I braccianti venivano pagati circa 5 euro all’ora oppure € 4,50 a cassone di pomodori e decurtando 50 centesimi ogni volta che il caporale interveniva perché il prodotto non risultava confacente/sporco o non veniva rispettata la tempistica imposta;

Agli indagati, come detto 7 in totale, viene contestato – a vario titolo – l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, di cui all’art. 603 bis del codice penale, recentemente modificato con la legge 199/2016.

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