Così dà l’annuncio della manifestazione nazionale di Cgil, Cisl, Uil, che avrà luogo a Torino, Firenze, Bari il quotidiano del lavoro Collettiva.it sottolineando come siano in gioco, secondo le stime Bankitalia, 700mila posti di lavoro a partire da giovedì 1° luglio con lo sblocco dei licenziamenti.
“Ma come si arriva alla cifra di 700 mila? – scrive il quotidiano diretto da Gabriele Polo – “In condizioni normali, in assenza dello shock collegato al Covid-19, nel 2020 in Italia si sarebbero avuti circa 500 mila licenziamenti per motivi economici”, si legge nello studio “Alcune stime preliminari degli effetti delle misure di sostegno sul mercato del lavoro” redatto dai ricercatori della Banca d’Italia. Tenendo conto che “lo shock ha colpito in modo più intenso comparti nei quali la quota di lavoratori a tempo indeterminato è relativamente contenuta, si può stimare che, in assenza delle misure introdotte, nel 2020 lo shock pandemico avrebbe potuto causare ulteriori 200 mila licenziamenti, portando quindi il totale a circa 700 mila unità”. A rischiare maggiormente, precisa la ricerca, sono i lavoratori a tempo indeterminato delle piccole imprese: il 70 per cento dei licenziamenti dovrebbe avvenire in aziende con meno di 15 dipendenti, con una larghissima predominanza di quelle con meno di cinque dipendenti”.
Dunque secondo la ricerca della Banca d’Italia le previsioni più nere sono per le piccole e piccolissime imprese, per le quali lo sblocco dei licenziamenti a dire il vero – ad eccezione della piccola industria e delle piccole imprese edili – ci sarà a partire dal 1° novembre 2021 (artigianato escluso edilizia e escavazione lapidei, turismo, commercio, agricoltura). Ma il problema, secondo quanto mette in luce l’Istituto bancario di via Nazionale, è solo rinviato di qualche mese.
Il rischio maggiore in questa prima fase – fanno sapere dal sindacato – è soprattutto per il sistema Moda: da qui la spinta verso un Decreto di proroga ‘selettiva ‘ blocco che Draghi dovrebbe varare a breve (per approfondire clicca qui).
“La Filctem Cgil nazionale – scriva ancora Collettiva.it – ha calcolato che la crisi ha colpito il 30 per cento delle imprese (con punte del 50 nel calzaturiero), si prevede quindi un’ondata di circa 150 mila licenziamenti nei diversi rami produttivi (dal tessile-abbigliamento alla pelletteria, dall’occhialeria alla concia), cui potrebbero aggiungersi altri 20 mila esuberi nel comparto artigiano. Licenziamenti che riguarderanno principalmente il personale femminile, che rappresenta quasi il 90 per cento della manodopera. Un’emorragia di posti di lavoro su cui sindacati e Confindustria già nel settembre scorso avevano lanciato l’allarme, firmando un avviso comune in cui chiedevano la proroga della cassa-Covid per l’intero 2021. Appello che, però, è rimasto inascoltato”.
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