Cgil Cisl Uil hanno richiesto un’ulteriore urgente proroga essendo giunta la scadenza (in data 30 giugno) delle disposizioni di specifica tutela a favore dei lavoratori identificati come “fragili” (ai sensi dell’art. 26 del DL 17 marzo 2020, n. 18, convertito).
“In considerazione della campagna vaccinale ancora in corso -scrivono unitariamente le tre confederazioni al Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Andrea Orlando- e dei problemi insorti sull’utilizzo del vaccino Astrazeneca, che ha comportato la necessità di sostituirlo, almeno per i cittadini under 60, con altre tipologie oggi in uso, creando così un’ulteriore difficoltà negli approvvigionamenti, vista, poi, l’improvvisa e preoccupante diffusione della variante “Delta”, vi segnaliamo che le misure di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori c.d. “fragili”, previste nelle varie disposizioni normative che si sono susseguite nel corso di questa pandemia e ulteriormente prorogate all’art. 15 del c.d. “decreto Sostegni” (decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41 convertito con modificazioni dalla legge 21 maggio 2021, n. 69), sono in scadenza il 30 giugno prossimo.
Ci riferiamo, in particolare, alle misure contenute all’articolo 26, commi 2 e 2-bis del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla legge 24 aprile 2020, n. 17 (c.d. “Cura Italia”), che prevedono, per i lavoratori dipendenti pubblici e privati in condizione di fragilità, la possibilità di svolgere, di norma, la prestazione lavorativa in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento (come definite dai CCNL vigenti) o lo svolgimento di specifiche attività formative o, qualora non fosse possibile svolgere l’attività lavorativa da remoto, l’equiparazione al ricovero ospedaliero dei periodi di assenza dal servizio che non saranno computabili ai fini del periodo di comporto.
A tale riguardo, riteniamo sia necessaria – come intervento immediato atto ad arginare tale lacuna – una proroga ulteriore di tali misure, soprattutto se si considerano, anche alla luce delle valutazioni fatte in premessa, i tanti lavoratori e le tante lavoratrici, anche fragili che, per vari motivi, non hanno ancora potuto accedere alla vaccinazione – a causa dei vari ritardi nella programmazione della campagna vaccinale che si sono accumulati nel corso dei mesi, soprattutto in alcune regioni – o che, non si possono sottoporre a vaccinazione per le complicanze alle quali potrebbero incorrere a causa della loro patologia.
Sebbene, infatti, fino al 31 luglio 2021 – data in cui è prevista la fine dello stato di emergenza – i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti, in base all’articolo 83 del DL 83/2020, a garantire ai lavoratori fragili un’eccezionale sorveglianza sanitaria, oltre a quella prevista dal D. lgs 81/2008, in base alla quale devono essere effettuate visite ad hoc volte a valutare l’idoneità alla mansione dei lavoratori e delle lavoratrici fragili, riteniamo che tale misura, seppur efficace, non sia sufficiente a garantire loro una piena tutela, sia perché anch’essa di prossima scadenza sia perché siamo convinti che non possa essere lasciata al solo medico competente la responsabilità della sorveglianza e controllo di questi lavoratori e lavoratrici.
Occorre infatti un intervento più ampio e risolutivo, da parte dei ministeri competenti, in grado di fornire una soluzione duratura – almeno fino al perdurare del rischio di contagio da Covid-19 e dalle sue varianti – per la piena tutela e salvaguardia della salute, ma anche della posizione lavorativa, dei lavoratori e delle lavoratrici più vulnerabili.
Auspichiamo, quindi, -concludono Cgil Cisl Uil- si possa aprire al più presto un tavolo di confronto su questo tema e ci rendiamo pertanto disponibili affinché venga trovata quanto prima una soluzione che non può più essere rinviata”.
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Fonte: cisl.it