Il Reddito di Emergenza è un’importante misura di sostegno economico introdotta a favore dei nuclei familiari in difficoltà a causa della crisi pandemica da Covid-19. Introdotto e poi prorogato più volte dal governo Conte, il Rem è stato adottato anche dal premier Draghi per cercare di andare incontro alle difficoltà delle famiglie, in concomitanza con il prolungamento dello stato di emergenza sanitaria. La prima proroga è avvenuta con il Decreto Sostegni 1, ed ha permesso ai beneficiari di richiedere tre nuove mensilità per i mesi di marzo, aprile e maggio 2021. Il Decreto Sostegni bis, invece, ha prolungato questa forma di sostegno per altre quattro mensilità – da giugno a settembre – pur non trattandosi di una vera e propria proroga, dato che tutti coloro che desiderano usufruire della misura devono presentare nuovamente la domanda e non vi è automaticità per coloro che già ne beneficiavano. La domanda per ricevere le ultime quattro quote potrà essere tramessa all’Inps unicamente dal 1° luglio al 31 luglio (per approfondire clicca qui).
In Parlamento – però – è ancora in discussione la legge di conversione del Decreto Sostegni bis. Per quanto riguarda il Rem, sono stati proposti una serie di emendamenti che ne prevede la proroga per i mesi successivi a settembre, ottobre fino ad arrivare a dicembre, che al momento non sembrano essere stati presi in considerazione visto che la misura attualmente garantisce un sussidio fino a settembre.
Il Sole 24 Ore in edicola oggi, tuttavia, mette in luce le criticità di un’eventuale proroga per Governo e Mef, dato che è già stata richiesta una dote di oltre 10 miliardi per finanziare ammortizzatori sociali, sussidi e sostegni al reddito, ora che la situazione si è inasprita a causa dello sblocco dei licenziamenti.
Alla richiesta di prolungare il Reddito di Emergenza si aggiunge anche quella di rafforzare il Reddito di Cittadinanza. Nel quotidiano economico e finanziario si legge in proposito:
“C’è poi la complicata partita sul Reddito di cittadinanza. Con un’ampia area della maggioranza (M5S, Leu e quasi tutto il Pd) che è in pressing per il rafforzamento della misura varata dal “Conte 1”. In questo caso le prime ipotesi prevedono un rifinanziamento, sempre con la prossima legge di bilancio, di almeno 1-2 miliardi, se non oltre. Lega e Forza Italia sono però contrari a un rafforzamento “incondizionato” del Rdc e chiedono un ripensamento della misura soprattutto per evitare che favorisca il lavoro nero. Orlando per il momento in via ufficiale si è limitato a sottolineare che la sua intenzione è quella di riorganizzare il Rdc così come il Reddito d’emergenza. Che rappresenta un altro fronte aperto e che, se dovessero passare nuovi interventi dopo l’ultima proroga a settembre, potrebbe provocare un’ulteriore ricaduta su conti pubblici“.
Ancora una volta si assiste ad uno spaccamento delle posizioni dei maggiori partiti sulla questione Rem e Rdc. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando si pone come mediatore pensando ad una riorganizzazione delle due misure di sostegno economico per i nuclei familiari in difficoltà. Tuttavia, una proroga del Rem oltre il mese di settembre potrebbe comportare il rischio di avere importanti ricadute sui conti pubblici.
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