Disoccupazione agricola, quando i pagamenti? Domande bloccate e rinvio ad agosto: ecco cosa fare

Il termine ultimo per la presentazione all’Inps della domanda di disoccupazione agricola è stato il 31 Marzo 2021. Entro questa data i lavoratori dovevano aver presentato la domanda all’Istituto o personalmente accedendo con lo SPID o attraverso il patronato.

Una volta caricata la domanda per il pagamento occorre attendere. Per la maggior parte degli aventi diritto avviene nei giorni compresi tra giugno e inizio luglio 2021 (a seconda della data di invio della domanda) ma in questi giorni sta accadendo che molti lavoratori accedono al Fascicolo Previdenziale Inps e scoprono che le liquidazioni sono ancora ferme. Perchè?

Disoccupazione agricola, a chi spetta?

Vale la pena ricordare che la disoccupazione agricola – che è cosa diversa dal Bonus 800 euro questo va sottolineato – spetta ai seguenti lavoratori:

  • operai agricoli a tempo determinato;
  • piccoli coloni;
  • compartecipanti familiari;
  • piccoli coltivatori diretti che integrano fino a 51 le giornate di iscrizione negli elenchi nominativi mediante versamenti volontari;
  • operai agricoli a tempo indeterminato che lavorano per parte dell’anno.

Per consultare i requisiti previsti dall’Inps per ottenere l’indennità clicca qui.

Disoccupazione agricoli, i messaggi Inps

In questi giorni i lavoratori che attendono i pagamenti inviano richieste di spiegazioni a Inps che risponde con questo messaggio ‘standard’:

Che significa questo messaggio? Innanzitutto va chiarito che a differenza dei Bonus che vengono pagati dall’Inps centrale, le domande per l’Indennità di disoccupazione agricola vengono lavorate e liquidate dalle sedi Inps locali.

Inps liquida l’indennità ai lavoratori se ci sono fondamentalmente due presupposti (oltre ai requisiti previsti dall’Inps): se ha in cassa le risorse economiche per pagare e se gli elenchi con le giornate lavorate da ciascun lavoratore sono ‘consolidate‘, cioè se risultano e se sono state correttamente incasellate sulla base della domanda inviata dal lavoratore.

Ora, ammettendo che alcune Inps locali scontano ritardi nei pagamenti delle prestazioni perchè con la prestazioni ‘Covid’ le richieste sono aumentate a dismisura per cui è ormai prassi imbattersi in disservizi, il problema sta proprio nelle 102 giornate relative al 2020 che molti di quelli che hanno fatto domanda potrebbero non aver caricato in maniera corretta. Veniamo a conoscenza da fonti Inps, confermate anche da fonti sindacali, che si riscontrano degli errori di invio da parte di molti intermediari, che nei primi tre mesi del 2021 non hanno applicato correttamente il sistema di dichiarazione delle giornate. E quindi risultano solo parzialmente.

Ma c’è dell’altro. In altri casi nell’estratto conto Inps le giornate non spuntano anche per ‘responsabilità’ legate all’azienda agricola che, ad esempio, potrebbe non averle dichiarate per tempo.

Ecco perchè Inps blocca la liquidazione dell’indennità e dice che occorre attendere “a partire dal mese di agosto prima di fare un ulteriore sollecito. Perchè evidentemente conta di sbloccare il tutto nelle prossime settimane, dunque entro la fine di luglio. Ma ciò solo a condizione che si riesca a far emergere le giornate necessarie: a tal proposito chi non ha ricevuto alcun pagamento è opportuno entri in contatto con l’Inps per risolvere questo aspetto.

Analoga è la situazione di chi, avendo fatto domanda della disoccupazione, si trova a dover subire il ritardo della liquidazione perchè a seguito di controlli ispettivi presso i datori di lavoro sono emerse incongruenze e anomalie che stanno spingendo anche qui, ad un supplemento di verifica su chi ha fatto domanda e la presenza concreta dei requisiti.

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