La proroga per altri 6 mesi della CIG porta un po’ di sollievo ai 1383 lavoratori Air Italy (600 in Sardegna), ma non risolve il problema, che potrebbe ripresentarsi al suo termine, a causa della strutturale debolezza di un settore tra i più colpiti dalla pandemia che, per quanto riguarda la Sardegna, interseca numerose questioni relative alla politica dei trasporti di competenza della Regione Sarda.
La FIT Cisl attende il giusto protagonismo di questa Giunta sulle vertenze Tirrenia Cin, Porto Canale, ANAS e sui contenuti dell’art. 177 del codice degli appalti (che mette a rischio il posto di lavoro di tantissime lavoratrici e lavoratori di tanti settori, quello dei servizi ambientali di pertinenza FIT Cisl)
Per quanto riguarda Tirrenia-Cin aspettiamo l’esito dal Ministero (MIMS) con l’apertura delle buste che dovrebbe garantire l’assegnazione della tratta Civitavecchia-Arbatax, fino al 31 dicembre p.v,. fondamentale per il diritto alla mobilità degli abitanti di un territorio fortemente penalizzato da troppo tempo.
Quanto al Porto Canale, dopo il flop dell’art.9 bis nel decreto sostegni che ha stanziato 2,7 milioni per i lavoratori portuali ma, purtroppo, non definendo il criterio su come utilizzarli, qualche settimana fa è stato riaperto il tavolo interministeriale (sospeso per la pandemia) alla presenza della viceministra Alessandra Todde con MISE, MIMS, Ministero del SUD, INVITALIA, Regione Sardegna e Autorità Portuale.
Nell’occasione come FIT CISL abbiamo rimarcato con forza che non c’è più tempo da perdere perché i 200 lavoratori diretti, licenziati dal mese di settembre scorso, hanno bisogno di risposte.
Vogliamo che sia fatta chiarezza sul percorso che si sta facendo per rilanciare il Porto Canale di Cagliari, ma soprattutto vogliamo sapere a che punto è l’iter di costituzione dell’Agenzia di Transhipment. C’è l’impellente urgenza di approvare la norma di legge che ne preveda la sua costituzione. Solo con questo provvedimento si darebbe la possibilità ai tanti lavoratori coinvolti, diretti e no, di salvaguardare le loro professionalità dando certezza occupazionale per almeno 36 mesi, anche alla luce del possibile interessamento di QTerminal, terminalista del Qatar.
Sono 280 gli operai dell’ANAS attualmente in attività rispetto ai 900 negli anni 2000; ma i pericoli lungo i tronchi stradali sono rimasti gli stessi se non addirittura aumentati a causa della carenza di personale che non consente più la dovuta manutenzione periodica. Il pensionamento prossimo di diversi addetti ridurrebbe considerevolmente l’organico senza però avere la certezza di un pronto ricambio. Risulta evidente quindi che se non si interverrà con una certa urgenza verrà meno la possibilità di garantire i basilari parametri di sicurezza stradale.
Il 30 giugno scorso con le altre OO.SS. abbiamo proclamato lo sciopero nazionale dei servizi ambientali con presidi unitari in tutte le prefetture contro i contenuti dell’Art. 177 del codice degli appalti. Ampia adesione allo sciopero con percentuali tra il 70% e l’80% e punte del 90%. L’art. 177 va abrogato: i servizi pubblici essenziali non possono esternalizzare l’80% di ciò che è il loro core business. Si mette in discussione competenza e sicurezza; è tempo di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori azioni incisive per lo sviluppo di un settore fondamentale e smettere di inseguire lo sciagurato progetto di privatizzazione spezzatino senza nessuna regola e senza nessuna tutela per gli operatori del settore. No alla destrutturazione di tutto il comparto.
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Fonte: cisl.it