Ieri il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha illustrato oggi la Relazione annuale sulle attività dell’Istituto nel 2020. La presentazione, si è svolta presso la Camera dei Deputati alla presenza tra gli altri del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando e della Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.
Uno dei temi toccati nella sua Relazione è stato quello del Reddito di cittadinanza/Pensione di cittadinanza, efficace strumento di “contrasto alla povertà e inclusione sociale“ a sostegndo di 3,7 milioni di individui di cui un quarto minori, che hanno beneficiato della misura in quanto membri di un nucleo percettore.
I percettori ricevono mediamento un importo medio di 552 euro al mese per nucleo familiare.
Ma se si osserva il lo strumento non solo come sussidio ma come misura utile trampolino verso le politiche attive del lavoro, ciò che rileva di più dall’analisi dell’Inps è che una buona parte dei beneficiari non è occupabile o è difficilmente occupabile.
“La occupabilità dei percettori di RdC, purtroppo, è molto scarsa. Un gran numero di percettori di RdC/PdC – una misura la cui erogazione è pari in media a 552 euro per intero nucleo familiare – è costituito da minori (1.350.000), disabili (450.000), persone con difficoltà fisiche o psichiche non percettori di pensioni di invalidità, oltre a circa 200.000 percettori di PdC. Soprattutto per essi la misura è stata un’àncora di salvataggio, uno strumento di inclusione sociale prima di tutto, una leva contro la regressione nella povertà assoluta”.
Dunque la relazione Inps ha fatto emergere che i 2/3 dei beneficiari, per caratteristiche generiche, sarebbero difficilmente occupabili, ciò dimostrerebbe che la misura oltre a essere un valido strumento di contrasto alla povertà si è dimostrata essere uno sostegno utile all’inclusione sociale di soggetti a rischio emarginazione perchè fuori da ogni tutela.
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