In questi giorni si parla insistentemente di un prossimo provvedimento del Governo – già dalla settimana prossima – con cui sarà esteso l’uso del Green pass (o certificato verde) e sarà obbligatorio per accedere a bar, ristoranti, cinema, teatri, piscine, palestre, e ogni altri luogo pubblico. Per i trasgressori – clienti e gestori – saranno previste delle sanzioni: per approfondire clicca qui.
L’idea che sta circolando in queste or tra gli esponenti governativi, sostenuti dagli scienziati, è di arrivare ad una situazione in cui la promiscuità tra persone nei luoghi di incontro, svago e cultura, sia in qualche modo regolamentata e consentita solo a chi ha scelto di mettere in protezione sé e gli altri.
Nulla trapela invece in proposito delle scelte che verranno prese verso chi nei locali pubblici, del turismo, spettacolo, sport, ci lavora quotidianamente. Come ad esempio, se si pensa al turismo, tutti i lavoratori come camerieri, baristi, personale di cucina, addetti alle vendite, o chi ci lavora per la sola stagione estiva, come i lavoratori stagionali.
Molti di loro – compresi i titolari ovviamente – oggi sono a lavoro ‘senza il Green pass’, perchè non è mai stato previsto come obbligatorio. Dunque molti di loro non hanno i requisiti del certificato verde, vale a dire la doppia dose di vaccino, né il certificato di guarigione da covid19, né tantomeno il tampone effettuato nelle 48 ore precedenti, in questo caso, alla prestazione lavorativa. Sarebbe impensabile infatti, poiché economicamente insostenibile per aziende e lavoratori stessi, che ogni 48 ore il personale si sottoponga a tampone rapido o molecolare.
E allora cosa ne sarà dei lavoratori del turismo, dello spettacolo e gli stagionali se sarà introdotto l’obbligo di Green pass per i clienti? Ci sarà anche per loro l’obbligo di Green pass? Al momento – come detto – il tema non sembra essere molto battuto tuttavia ci sembra essere una questione nodale.
Come si può pretendere infatti di obbligare i clienti a mettersi in sicurezza senza che chi lavora nei locali offra le stesse garanzie?
In assenza di indicazioni italiane può essere utile capire cosa sta accadendo nell’esperienza francese, alla quale il Governo Draghi intende ispirarsi per dare una stretta alle occasioni di contagio, a partire dalla movida, e rilanciare la campagna vaccinale.
In Francia da qualche giorno, oltre ad aver deciso di imporre dal 21 luglio il “Pass sanitaire” (Green pass francese) ai clienti dei locali pubblici, servizi di trasporto, ospedali, luoghi della cultura, ecc. che riuniscono più di 50 persone, sono state stabilite regole rigide anche per chi ci lavora.
Le regole francesi infatti dicono che i lavoratori dei locali che ricevono al pubblico che non hanno la doppia dose di vaccino sono esonerati dal Pass sanitaire fino al 30 di agosto. Entro questa data, devono però provvedere al ciclo completo di vaccinazione con doppia dose e dovranno fare la prima dose di vaccino entro il 1° agosto 2021. Nel frattempo sono obbligati a farsi il test anti-Covid quasi giorno prima di andare a lavoro, il tampone ha infatti validità 48 ore.
Insomma regole ferree, con una tolleranza quasi allo zero per chi lavora in questi luoghi. Peraltro i provvedimenti francesi stabiliscono che la stretta sul Pass riguarda questi luoghi ma successivamente potrà essere estesa anche ad altre attività.
RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione, su qualsiasi supporto e in qualsiasi forma, dei contenuti del presente articolo in violazione delle norme sul diritto di autore sarà segnalata all’Agcom per la sua immediata rimozione [Delibera n. 680/13/CONS 12/12/2013].
Resta aggiornato con noi. Unisciti alla nostra pagina Telegram cliccando qui. E’ gratis!
Non hai l’APP di Telegram? Scaricala gratuitamente cliccando qui.