Servirà almeno una dose di vaccino per entrare nei ristoranti al chiuso, mentre sarà necessario averne ricevute due e quindi aver completato il ciclo vaccinale per i locali dove non si possono rispettare le regole del distanziamento.
È una delle ipotesi a cui sta lavorando il Governo in queste ore. A scriverlo è il quotidiano Corriere della Sera in edicola oggi che titola in prima pagina “green pass a due livelli” facendo riferimento all’idea di distinguere e selezionare le attività sociali che sarà possibile fare a seconda dello stadio vaccinale individuale.
Ma non è tutto perchè, continua il Corriere, sarà comunque previsto “che nelle aree dove maggiore è la circolazione del virus sia prevista ovunque la doppia dose”.
“In questa prima fase di applicazione del decreto – si legge – potrebbe essere sufficiente una sola dose di vaccino (ma anche un tampone negativo, oppure il certificato di guarigione nei sei mesi precedenti) per andare nei ristoranti al chiuso e in tutti gli altri luoghi dove i protocolli già prevedono regole di distanziamento. Una doppia dose sarebbe invece obbligatoria per i luoghi affollati. dove alto è il rischio di assembramento anche agli ingressi e all’uscita. L’elenco dovrebbe prevedere stadi concerti, convegni, eventi, luoghi dello spettacolo, palestre. E consentire – sempre con la doppia dose di vaccino – di poter ballare nelle discoteche all’aperto. Per i ristoranti all’aperto non sarebbe invece prevista alcuna limitazione”.
Tutte ipotesi al momento, tuttavia se è vero che il Governo intende procedere verso una ulteriore stretta per mettere in sicurezza la popolazione e ridurre così le occasione di contagio, è assai probabile che l’idea di passare – in una fase iniziale – per una sola dose per svolgere determinate attività e poi arrivare a due, sia la soluzione più in linea con chi, tra le forze politiche che appoggiano l’Esecutivo guidato da Mario Draghi, chiede un approccio soft alla questione.
Insomma un ‘periodo cuscinetto’ in cui per svolgere determinate attività sarà sufficiente il tampone o la prima dose di vaccino, in modo da consentire a quante più persone possibili di arrivare alla seconda dose di vaccino e chiudere il ciclo. Seconda dose che sarà – da un certo punto in poi – necessaria se si intende accedere a determinate attività economiche e sociali (ristoranti, bar, teatro, cinema, concerti, ecc.).
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