Green Pass obbligatorio per lavorare: cosa prevede il Decreto in vigore dal 6 agosto?

Sta facendo discutere la proposta di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, di imporre l’obbligatorietà del “Green Pass” per lavorare. Non ne sono convinti né i sindacati né il ministro del Lavoro Andrea Orlando, dal momento che per un tema tanto delicato e per una misura che per molti potrebbe sembrare eccessiva è necessario innanzitutto un accordo all’interno della maggioranza che sostiene il Governo, che al momento sembra proprio non esserci.

Green Pass obbligatorio per lavorare: ecco cosa stabilisce il nuovo Decreto

Il 22 luglio è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Green Pass, che entrerà in vigore a partire dal 6 agosto. Il provvedimento è stato preso sulla spinta dell’evolversi della situazione epidemiologica, la proroga dello stato di emergenza al 31 dicembre 2021 e l’attuale contesto di alto rischio, tutti fattori che impongono la necessità di proseguire con misure di carattere straordinario ed urgente.

Il nuovo Decreto prevede l’obbligatorietà del Green Pass per accedere a locali pubblici ed eventi anche in zona bianca. Per ottenerlo basterà una dose di vaccino per tutti i cittadini che hanno più di 12 anni oppure un tampone rapido o antigenico negativo effettuato le ultime 48 ore oppure essere guariti dal Covid. Le situazioni nelle quali viene richiesta la certificazione verde sono elencate all’art. 9-bis comma 1 del nuovo Decreto Green Pass, nel quale leggiamo:

“1. A far data dal 6 agosto 2021, è consentito in zona bianca esclusivamente ai soggetti muniti di una delle certificazioni verdi COVID-19, di cui all’articolo 9, comma 2, l’accesso ai seguenti servizi e attività:
a) servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio, di cui all’articolo 4, per il consumo al tavolo, al chiuso;
b) spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, di cui all’articolo 5;
c) musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, di cui all’articolo 5-bis;
d) piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture
ricettive, di cui all’articolo 6, limitatamente alle attività al chiuso;
e) sagre e fiere, convegni e congressi di cui all’articolo 7;
f) centri termali, parchi tematici e di divertimento;
g) centri culturali, centri sociali e ricreativi, di cui all’articolo 8-bis, comma 1, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione;
h) attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, di cui all’articolo 8-ter;
i) concorsi pubblici
.”

Il Green Pass, dunque, servirà per entrare nei ristoranti al chiuso, e nei locali (bar compresi) dove si consuma al tavolo. Salvo quindi il caffé al banco. Sarà inoltre necessario per assistere agli spettacoli al cinema e a teatro, per partecipare a eventi e competizioni sportive, per frequentare le piscine, nelle palestre, ma anche a fieresagreconvegni, parchi divertimento, sale gioco, partecipazione a concorsi. Le discoteche, invece, resteranno ancora chiuse.

Sebbene in molti abbiano interpretato tale obbligatorietà come rivolta non solo alla clientela ma anche a chi lavora in tali settori, dalla lettura del testo del decreto sembra proprio che l’obbligo del Green Pass sia limitato solo a coloro che accedono a tali servizi e non anche ai titolari e dipendenti delle attività che a partire dal 6 agosto dovrebbero fungere da controllori.

Se così fosse – dunque – potrebbe verificarsi la paradossale situazione per cui chi dovrebbe controllare il possesso o meno del Green Pass sia in realtà il primo a non averlo e a mettere a rischio i “controllati”.

Green Pass obbligatorio per lavorare: le parole di Draghi

Ecco dunque che si profila all’orizzonte la possibilità di rendere il Green Pass obbligatorio anche per chi lavora, anche sulla base dell’esperienza francese (clicca qui).

Dato che il nuovo decreto presentato dal premier Draghi in conferenza stampa non fa cenno a tre grandi questioni, che sono il lavoro, la scuola e i trasporti, è molto probabile – come confermato anche dallo stesso Draghi ai giornalisti – che entro il 6 agosto venga varato un altro decreto ad hoc che disciplini in maniera ordinata la questione dei vaccinati nei luoghi di lavoro.

Nel frattempo, il Presidente del Consiglio preferisce rimanere piuttosto vago sulla questione. Infatti, quando la giornalista dell’Ansa ha fatto notare che nel Decreto non c’è traccia del tema lavoro e ha chiesto se l’idea di Confindustria di introdurre delle disposizioni specifiche per gestire i non vaccinati in azienda e spingerli verso l’inoculazione sia “un’ ipotesi valutabile o una misura eccessiva che impatta anche sul diritto al lavoro?“, il premier ha risposto:

“Ci stiamo pensando, è una questione complessa. E comunque è questione da discutere anche con i sindacati”.

La questione è molto delicata e l’impressione è che Draghi si sia preso almeno una decina di giorni per risolvera. Secondo quanto riportato su La Stampa in edicola oggi, il nodo starebbe che per giungere ad un accordo all’interno della maggioranza e tendere la mano sia a Confindustria che ai sindacati si starebbe valutando l’ipotesi di non imporre l’obbligo a tutto il mondo del lavoro, ma di limitarlo solamente a chi lavora in ambiti dove non è possibile mantenere il metro di distanziamento.

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