Lavoro agricolo nelle ore più calde, la Spagna non fa sconti in caso di violazioni: multe da 820.000 euro

DALLA NOSTRA INVIATA IN SPAGNA – L’estate 2021 si è rivelata essere una delle più calde degli ultimi anni creando grandi problemi a tutto quel settore rappresentato dai lavoratori agricoli – oltre che dell’edilizia e di altri lavori fortemente esposti al sole – che nonostante tutto sono stati impegnati nei lavori nei campi.

Già nel mese di luglio, alcune regioni del sud Italia hanno vietato con delle ordinanze il lavoro dei braccianti agricoli nelle ore più calde, principalmente dalle 12:30 alle 16:00 prevedendo aspre sanzioni per i datori di lavoro che non rispettano questa e altre norme a tutela dei lavoratori.

La situazione continua tuttavia ad essere drammatica, non solo in Italia, ma anche in Spagna, paese in cui il caldo estivo raggiunge picchi di ben oltre 40 gradi.

Anche nella penisola iberica, come avvenuto in Italia, sono purtroppo frequenti i decessi dovuti al caldo e proprio per evitare che situazioni analoghe si ripetano in futuro, la Spagna sta adottando diverse misure. Una di queste è la campagna promossa dall’Ispettorato del Lavoro e della Previdenza Sociale che consiste nell’invio di più di 137mila lettere informative alle aziende che impiegano lavoratori agricoli ricordando l’importanza di adottare misure opportune per evitare i rischi derivati dal lavoro ad alte temperature.

A questa campagna di informazione si sono uniti anche stretti e rigidi controlli da parte delle forze dell’ordine che sfociano in sanzioni nel caso in cui non siano rispettate le norme sulla sicurezza dei lavoratori agricoli e dei jornaleros (i braccianti). Si tratta di sanzioni parecchio elevate: la multa al datore di lavoro può andare da 2.046 euro a 40.985 al primo richiamo per arrivare fino a 820.000 euro le volte successive.

La ministra del lavoro spagnola, Yolanda Díaz, ha ribadito che l’obiettivo principale è proteggere i lavoratori dal rischio causato dall’esposizione a temperature elevate (cd. stress termico), incentivando anche i datori di lavoro a fornire ai propri dipendenti dispositivi di protezione come vestiti di lavoro adeguati e creme protettive nonché la previsione di pause per riposare e di un’adeguata organizzazione dei turni lavorativi.

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