L’ennesimo caso di sfruttamento della manodopera nell’agricoltura succede in Basilicata nei comuni di Palazzo San Gervasio, Montemilone, Lavello, Venosa, in provincia di Potenza.
La denuncia arriva dal sindacato Flai-Cgil Basilicata che – secondo quanto racconta il sito di informazione locale Basilicata24.it – facendo visita al centro di accoglienza per gli immigrati e ai luoghi in cui si radunano i braccianti che vanno a lavorare nei campi, ha raccolto testimonianze di gravi situazioni di sfruttamento. Molte delle quali amplificate dall’assenza di servizi pubblici e controlli a parte della forze di pubblica sicurezza.
“Dal punto di vista dei trasporti, che sono tra gli aspetti strategici per la lotta allo sfruttamento illegale della manodopera – sottolinea Vincenzo Esposito Segretario generale Flai-Cgil Basilicata – al momento è attiva una sola navetta dal centro ai campi e viceversa, lasciando via libera ai caporali che caricano i lavoratori sui propri furgoni costringendoli poi a pagare il servizio che viene direttamente detratto dalla paga”.
Inoltre, si legge nella news-inchiesta, “ci sono molte abitazioni informali tra Palazzo San Gervasio, Montemilone e Gaudiano – aggiunge Esposito – dove mancano le condizioni igienico sanitarie necessarie. I lavoratori lamentano l’assenza di acqua potabile e corrente per fare la doccia, costretti ancora una volta a pagare il caporale per averla”.
Il sindacato ha rivolto un appello alle Istituzioni e alla Regione Basilicata in particolare “di intervenire tempestivamente sui gestori del centro affinché provvedano a risolvere al più presto le criticità riscontrate e ai Comuni delle aree interessate di provvedere alla fornitura dell’acqua presso le zone in cui si trovano gli alloggi di fortuna“.
E poi anche alle imprese agricole chiedendo “il reclutamento della manodopera secondo le forme consentite dalla legge e avvalendosi dei trasporti regolarmente organizzati, senza l’intermediazione dei caporali”.
Pur non essendo l’area priva di presidi – come la Protezione Civile e il personale sanitario – è chiaro che il fronte dei controlli va irrobustito ”rafforzando le attività di sorveglianza e assistenza laddove sono sorti gli alloggi informali. Si tratta di attuare – conclude il sindacato sottolineando come si tratti anche di meglio indirizzare i fondi stanziati – i servizi previsti dai progetti già finanziati con un importo di 160mila euro a Palazzo San Gervasio e di 400mila euro nel Metapontino, dove pure si riscontrano criticità”.
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