“Non trovo camerieri: colpa del Reddito di cittadinanza!”. La deputata 5Stelle va a verificare e scopre…

Succede a Taormina, località turistica in provincia di Messina. Qui, da giorni, il titolare di un bar, noto per essere frequentato da Vip, continua a farsi intervistare dalla stampa dichiarando di aver dovuto interrompere la ricerca di camerieri perchè nessuno è interessato realmente a lavorare “per colpa del Reddito di cittadinanza”. A ‘causa’ del sussidio, poi, si è visto costretto a rivedere la sua organizzazione, interrompendo il servizio ai tavoli dalle 15:00 fino a chiusura. Testimonianza molto simile a quelle che circolano da maggio in poi, con la riapertura delle attività stagionali.

La deputata del M5S Angela Raffa è andata a toccare con mano la situazione – anche lei è di Messina – e ha scoperto che in realtà “la ricerca del cameriere è iniziata il 18 agosto ed il 22 era già partito il ‘è tutta colpa del reddito’“, scrive in un post su Facebook. Sono bastati dunque pochi giorni di ricerca, perchè il barista giungesse rapidamente a concludere che il sussidio fortemente voluto proprio dai 5Stelle è causa delle sue difficoltà nel trovare collaboratori.

Il turno durava dalle 15 alle 24, oltre il presumibile ‘devi presentarti con un po’ di anticipo, gli ultimi clienti non si possono cacciare e prima di chiudere si deve sistemare’”, continua Raffa che ci tiene a sottolineare anche che
non ha chiamato il collocamento, ma messo un annuncio sui social e fatto passaparola: nel principale comprensorio turistico della Sicilia, in una delle cittadine più rinomate e ricche d’Italia, vuole trovare camerieri della zona che si erano tenuti liberi a mezzo agosto per lui. Mi risulta che qualcuno di fuori si era proposto, ma l’imprenditore non fornisce alcun aiuto per l’alloggio”.

Quanto al contratto di lavoro proposto si tratta di un part-time, scrive la giovane deputata – anche lei imprenditrice e a sua volta figlia di imprenditori edili – che non ne esclude, secondo le informazioni ricevute, un utilizzo distorto:

“Tutti offrono regolare contratto e pagano i contributi (per evitare multe). Quello che poi alcuni fanno è offrire regolare contratto part time da 4 ore, ma pretendere 10 ore di lavoro al giorno. Intimando al lavoratore di dire, in caso di controlli, che si trova lì al di fuori dell’orario indicato nel contratto perché deve recuperare delle ore che aveva saltato dal proprio turno”.

Insomma, ci tiene a sottolinea con sottoline ironia la Raffa: è proprio “tutta colpa del reddito di cittadinanza, del divano e dei fannulloni”.

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