Fondo perduto ‘perequativo’ esclude gli agricoli, Il Sole 24 Ore annuncia: terza rata resterà un miraggio

La terza rata del contributo a fondo perduto ”perequativo” prevista dal Decreto Sostegni bis – rata non automatica sulla quale si attende ancora il via libera per la domanda (clicca qui) – “resterà un miraggio” per i lavoratori autonomi dell’agricoltura e le aziende agricole.

Ad annunciarlo è Il Sole 24 Ore in edicola oggi alla luce della novità comunicate sabato scorso dall’Agenzia delle Entrate:

Lo si evince dal provvedimento delle entrate di sabato 4 settembre che individua i campi dei modelli dichiarativi da comparare per la verifica del peggioramento del risultato economico d’esercizio del 2020 rispetto al 2019. Imprenditori individuali e società semplici titolari di reddito agrario ex articolo 32 del Tuir, nonostante contemplati dall’articolo 1, commi 16-27 del Dl 71/2021 (Decreto Sostegni bis, ndr , dovranno riferirsi al reddito agrario imponibile determinato mediante l’applicazione delle tariffe d’estimo stabilite dalla legge catastale per ogni qualità e classe di coltura. A parità di terreni coltivati e di colture praticate, tali valori non differiscono annualmente per cui è impossibile dimostrare il peggioramento del risultato economico che di fatto, però, potrebbe esserci stato. Ad analoghe considerazioni si giunge per le società agricole che, per opzione, determinano il reddito catastalmente”.

Analoga situazione si presenta per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (se non addirittura ‘“si complica”, scrive Il Sole) od anche gli allevatori “eccedentari”. Diversa sarebbe invece la situazione per gli agriturismima soltanto se nel 2020 vi è stata una contrazione dei ricavi”.

RIPRODUZIONE RISERVATA – La riproduzione, su qualsiasi supporto e in qualsiasi forma, dei contenuti del presente articolo in violazione delle norme sul diritto di autore sarà segnalata all’Agcom per la sua immediata rimozione [Delibera n. 680/13/CONS 12/12/2013].

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