Abbiamo recentemente espresso il nostro giudizio negativo, in sede di Prefettura, sull’improbabile scelta di scaglionare l’ingresso nelle scuole tarantine in due fasce orarie (7,50 e 9,30), in quanto soluzione inappropriata a risolvere il problema reale dei contagi e degli assembramenti, nonché a scongiurare criticità ulteriori per studenti, personale sia scolastico che del trasporto e per le famiglie.
Contagi, decessi, ricoveri a causa del Covid-19 persistono, aggravate dalla variante Delta e, come notizie di stampa opportunamente evidenziano, ne sono colpiti ormai anche i bambini.
E’ inconcepibile essere giunti a pochi giorni dalla nuova apertura delle scuole, gravati dalle stesse problematicità dei due anni precedenti.
Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) ha messo a disposizione di Regioni, Province e Comuni, per i servizi aggiuntivi al Trasporto pubblico locale (TPL), ben 600 ML, oltre a 150 ML per il trasporto scolastico.
In una persistente situazione di emergenza e con i contagi in aumento, risulterebbe unica soluzione anti Covid quella di incrementare il numero di mezzi a disposizione e ciò annullerebbe oltremodo le criticità previste con l’avvio dell’anno scolastico .
Detto incremento si potrebbe realizzare facendo ricorso al sistema trasportistico delle Aziende private, di Noleggio con conducente (NCC) se non, addirittura, coinvolgendo anche i pullman in dotazione alle Forze Armate, Marina Militare e Aereonautica su tutte.
Insomma, per situazioni di emergenza occorrono soluzioni di emergenza, senza che si scarichino, come in questo caso, i problemi su ragazzi, lavoratrici e lavoratori, famiglie.
Siamo poi al paradosso: affermare che a scuola bisogna prevedere la presenza al 100% non è la stessa cosa che dividere quel 100% in due fasce distinte.
Anche per questo, duole che in sede di tavolo prefettizio, sia emerso come nessuna pubblica Amministrazione, dai comuni alla Provincia e tanto meno le rispettive autorità scolastiche, abbiano attivato un piano preventivo, anche per l’oggettiva conoscenza della esiguità di mezzi a disposizione del TPL e della vetustà di una buona parte degli stessi.
E’ un fatto che la Regione, dopo una verifica della aziende del Trasporto privato, ha quantificato in circa un milione di euro il costo, per soli tre mesi, per l’aumento dei mezzi a disposizione (80), avanzandone richiesta al MIMS affinché li renda esigibili.
Come Cisl denunciamo da tempo le problematicità del trasporto locale e da altrettanto tempo sollecitiamo confronti ormai non più eludibili, a fronte di tensioni diffuse che potrebbero solo aggravare le emergenze attuali.
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Fonte: cisl.it