Il 9 settembre 2021, presso l’Unione Industriali di Caserta, Fim, Fiom e Uilm nazionali, di Caserta e di Potenza e le Rsu degli stabilimenti di Caserta e Tito hanno tenuto un incontro con la Direzione aziendale rappresentata dall’Amministratore delegato dottor Grigliatti, dal responsabile del personale dottor Lingua e dal direttore della produzione ingegner Zamagni.
Nel corso dell’incontro, la Direzione aziendale, ha dapprima descritto la situazione delle commesse: da una parte la gara vinta per la “Roma – Viterbo / Roma – Lido” i cui effetti si vedranno per l’ingegneria a inizio 2022 e nel 2023 in produzione, dall’altra il collaudo del primo treno per “Pune” e per “Catania”. Mentre dovrebbe terminare anticipatamente la commessa per “EAV” e anche il residuo della commessa “TAF” dovrebbe vedere degli aggiustamenti.
Successivamente, anche incalzata dalle domande della delegazione sindacale, ha ammesso che vi sono delle difficoltà finanziarie che derivano da un importante contenzioso sull’IVA ma anche dai costi per la realizzazione delle commesse “T21” e “TAF” che stanno condizionando negativamente anche il piano di produzione perché ci sono carenze di materiali e di semilavorati e questo si ripercuote anche sul livelli occupazionali: da inizio estate non sono stati rinnovati più di 50 lavoratori in somministrazione a tempo determinato ed entro l’anno almeno altri 30 somministrati non saranno confermati.
Per affrontare le difficoltà finanziarie, la Direzione aziendale ha dichiarato di aver pianificato un aumento di capitale con il concorso di nuovi azionisti, tra i quali Invitalia, sfruttando le risorse messe a disposizione da provvedimenti legislativi pensati per aziende che hanno prospettive produttive ma si trovano in una situazione di debolezza finanziaria. L’esito di questa pratica dovrebbe conoscersi entro la metà di ottobre 2021.
Per quanto riguarda la situazione dello stabilimento di Tito, la Direzione ha confermato la decisione di chiusura del sito e di trasferimento dei 30 lavoratori presso quello di Caserta, ma come definito in sede locale, le attività proseguiranno fino a fine 2021, per il 2022 si proseguirà con la CIGS, mentre si procederà nel confronto in sede regionale per individuare soluzioni di reindustrializzazione e ricollocazione che evitino ai lavoratori interessati il difficile trasferimento a Caserta.
A fronte di queste dichiarazioni, la Delegazione sindacale ha ricordato:
come in questi mesi anche la forza lavoro a tempo indeterminato sia diminuita, in particolare per effetto dei “pensionamenti amianto” di almeno 60 dipendenti a Caserta e di quasi 20 a Tito e questo significa meno capacità produttiva e meno professionalità che la Direzione aziendale deve reintegrare;
che anche l’Azionista deve fare la propria parte nel sostenere TFA, anche perché sta beneficiando di un trasferimento di competenze e di sinergie che producono risultati soprattutto per la Capogruppo;
che la situazione sopra descritta sta producendo confusione organizzativa e generando sovraccosti e – contemporaneamente – demotivando le persone che in alcuni momenti sono “scariche di attività” e in altri vengono chiamate a prestazioni straordinarie;
che, oltre alla discussione presso la Regione Basilicata per la reindustrializzazione/ricollocazione, è necessario un confronto in sede ministeriale e che a tal proposito sarà reiterata la richiesta già fatta;
che la situazione di TFA dovrà essere monitorata e a tal fine si è ipotizzato un nuovo appuntamento dopo metà ottobre per una verifica sull’evoluzione della situazione.
Fim, Fiom, Uilm nazionali, di Caserta e di Potenza
Le RSU di Caserta e Tito
Roma, 10 settembre 2021
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Fonte: fiom-cgil.it