Green pass per chi lavora in bar, cinema, palestre: obbligo da ottobre con ‘soluzione alla francese’

Il Green pass sarà esteso ad una parte della platea ancor oggi esclusa partire da ottobre. E’ quanto annuncia il Corriere della Sera in edicola oggi.

Tutto rinviato a dopo le elezioni amministrative dunque, con un cronoprogramma che però sarebbe già stato definito:

“La data di entrata in vigore del decreto dovrebbe essere il 10 ottobre, così come già deciso per i lavoratori esterni delle Rsa. Il green pass viene rilasciato a chi ha effettuato almeno la prima dose nei 15 giorni precedenti, a chi è guarito nei precedenti nove mesi, a chi si è sottoposto a tampone antigenico e molecolare e ha avuto esito negativo nelle 48 ore precedenti. Dal momento dell’entrata in vigore del decreto si ritiene quindi indispensabile lasciar passare il tempo necessario a chi vuole immunizzarsi di effettuare la prenotazione, ricevere il vaccino e far trascorrere i 15 giorni previsti per legge dalla somministrazione della prima dose”.

Dunque secondo quanto anticipa il quotidiano milanese l’obbligo per questi lavoratori non scatterebbe sin da subito bensì solo in una fase successiva, dando il tempo necessario per prenotarsi ed effettuare il vaccino (una delle 3 soluzioni per ottenere il certificato vedere in alternativa al tampone o la guarigione da Covid). Il tempo per ‘mettersi in regola”. Riproponendo anche in Italia la soluzione adottata dal Governo francese che ha dato circa un mese di tempo ad esercenti e lavoratori per sottoporsi almeno la prima dose di vaccino. TuttoLavoro24.it ha spiegato già tempo da quali decisioni siano state realmente adottate in Francia: per approfondire clicca qui.

Il Green pass riguarderebbe sia i titolari che i dipendenti dei locali pubblici. Gli stessi per i quali dal 6 agosto è in vigore l’obbligo di esibire il Green pass per i clienti: bar, ristoranti, palestre, concerti, cinema, teatri, piscine, eventi, fiere, convegni ecc. Lo stesso vale per il trasporto pubblico su navi, aerei e treni a lunga percorrenza.

“Si ritiene infatti discriminatorio – scrive il CorSera a proposito si quanto previsto nel settore della ristorazione – obbligare all’esibizione del certificato i clienti di bar e ristoranti lasciando «senza protezione» i gestori e soprattutto gli addetti alle cucine e ai servizi ai tavoli”.

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